Okoli e Brescianini, i nuovi dell’Italia di Spalletti

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Tra i 23 Azzurri convocati da Luciano Spalletti i due volti nuovi sono quelli di Caleb Okoli (ex atalantino) e Marco Brescianini (neo atalantino), che nell’Aula Magna del Centro Tecnico Federale si sono presentati raccontando in conferenza stampa tutta la loro emozione per la prima chiamata in Nazionale.

Solo fino a pochi mesi fa erano compagni di squadra al Frosinone e ora che le loro strade si sono separate – Okoli a Leicester, Brescianini all’Atalanta – si sono ritrovati a condividere una nuova avventura in maglia azzurra.

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A dire il vero – ammette Brescianininon mi aspettavo di trovarci qui pochi mesi dopo l’ultima partita assieme. Sono felicissimo, è un sogno che si avvera, cercherò di onorare la maglia e mettercela tutta. Io e Caleb vogliamo dimostrare di che pasta siamo fatti”. “Speravo in questa chiamata – le parole di Okoli sia per me sia per Marco. E adesso eccoci qui insieme”. Sabato è arrivato anche il debutto con il Leicester e la sconfitta casalinga con l’Aston Villa non ha mitigato la soddisfazione per l’esordio: “È un campionato che mi permetterà di fare molta esperienza in ambito internazionale, giocare in Premier era il mio sogno. Qualche chiamata dai club italiani l’ho ricevuta, ma sono molto contento della mia scelta”.

Già convocato nel 2022 da Mancini per un paio di stage, Okoli è pronto a convincere Spalletti di poter entrare in pianta stabile nel giro azzurro. In conferenza stampa il Ct ha sottolineato le sue straordinarie doti fisiche, dalla forza alla velocità, qualità indispensabili per potersi affermare nel calcio di oggi: “Ma è molto importante sviluppare anche l’aspetto mentale”, sottolinea spiegando di trovarsi a suo agio nella difesa a tre, dove è in grado di ricoprire ogni posizione.

Il discorso di Gigi Buffon alla squadra è stato emozionante: “Mi ha colpito, sono convinto che d’ora in avanti riusciremo a far ricredere tutti sulla Nazionale”. A chi gli chiede come mai i giovani si perdono spesso nel passaggio dalle Under alla prima squadra risponde: “Non sono d’accordo, in Under 21 ho avuto compagni come Fagioli, Ricci, Bellanova e Udogie che adesso sono qui con me. Stanno uscendo sempre più giovani calciatori italiani. È vero, all’estero vediamo ragazzi di 17/18 anni giocare ogni giorno, ma anche noi stiamo andando nella direzione giusta”.

È stata un’estate tribolata e ricca di soddisfazioni quella vissuta da Marco Brescianini. Prima il trasferimento all’Atalanta dopo aver già svolto le visite mediche con il Napoli, un repentino cambio di rotta salutato con una doppietta all’esordio. Poi la chiamata di Spalletti, frutto dell’ottimo campionato disputato a Frosinone e di un avvio di stagione in cui ha dimostrato di non soffrire il salto in un grande club: “Penso che il mister abbia valutato la mia corsa, la mia duttilità e la mia serietà. Il mio ruolo preferito è la mezzala destra, ma lo scorso anno ho ricoperto tutte le posizioni del centrocampo se serve farò qualsiasi ruolo”. Brescianini sembra rispondere all’identikit del giocatore moderno: “Per emergere in questo calcio servono forza, velocità, atletismo e il tutto senza dimenticare la tecnica e la testa che giocano un ruolo fondamentale. Bisogna essere equilibrati con le emozioni. Essendo un calcio così veloce bisogna pensare prima, vedere la giocata prima. Il giocatore deve essere valutato da tutti questi aspetti“.

Cresciuto nelle giovanili del Milan dall’età di 8 anni, in Primavera ha fatto un importante salto di qualità sotto la guida di Rino Gattuso: “È stato il primo allenatore a credere in me, è stato fondamentale. Mi ha fatto capire cosa volesse dire approcciare nel mondo dei grandi”. Dopo aver debuttato a 20 anni in Serie A con il Milan, si è fatto le ossa in provincia: Virtus Entella, Monza, Cosenza e Frosinone. La gavetta è servita: “Ho fatto una scalata abbastanza graduale, questo da un lato mi ha aiutato, ma dall’altro lato in termini di esperienze in grandi palcoscenici mi manca qualcosa. Il Frosinone è stato un trampolino di lancio e sono felice di essere arrivato in un club come l’Atalanta. Ma ora sono completamente focalizzato sulla Nazionale”. Una Nazionale che per ripartire ha bisogno dei giovani: “Sappiamo di avere pressione da tutto il Paese, ma cercheremo di fare qualcosa in più rispetto a quanto fatto fino a oggi perché è sotto gli occhi di tutti che non è bastato. Dobbiamo mettere in campo le nostre qualità e compattarci a livello di squadra. In Nazionale ognuno di noi deve mettere qualcosa in più perché non c’è tempo“. (Fonte Figc)