Sulemana, chiamatemi pure Dino

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È impressionante come questa generazione di giovani arriva a Bergamo consapevole dei propri mezzi e non tradisce alcuna emozione difronte alla stampa e rispondono colpo su colpo, battuta su battuta a qualsiasi tipo di domanda.

Non c’è niente che li imbarazza. Non vogliono paragoni. Sono forti e sanno di esserlo. Ringraziano di poter giocare in un team di livello internazionale su una scena come quella della Champions League e dicono di emozionarsi al pensiero, ma solo al pensiero perché le parole sono ferme e nette.

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Kamaldeen Sulemana arriva all’Atalanta perché voluto da Juric. Cosa abbia visto il mister croato in questo ragazzo quando lo ha allenato la scorsa stagione nel Southampton lo scopriremo presto, intanto Sulemana ci dice che cosa ha visto lui in Juric: “Mi piace il suo modo di far lavorare la squadra, ha una cultura del lavoro molto accentuata e quando ho saputo che qui c’era lui è stato facile per me dire di sì”.

L’amministratore delegato Luca Percassi si coccola questi giovani e di lui, come di Honest Ahanor, dice di essere rimasto colpito dalla serietà di questi ragazzi che dimostrano una maturità e un comportamento da Atalanta.

Sul campo Dino (ci piace chiamarlo come fa Juric) vuole dimostrare di saper saltare l’uomo, di fare l’ultimo assist e di andare in gol. Non vuole paragoni con nessun altro. “Io sono Kamaldeen Sulemana” e pensa che questa esperienza gli possa portare frutto anche per la sua nazionale ghanese.

Step by step impareremo a conoscerlo così come abbiamo imparato a conoscere Lookman. Che Ademola rimanga o no, Dino è pronto “C’è da imparare da ognuno dei miei compagni“. Sabato a Lipsia ne avremo un altro assaggio.