La vittoria dell’Atalanta sul Venezia è stata netta sotto tutti i punti di vista. La differenza di valori vista in campo è stata notevole. Alcuni dati: 60% di possesso palla; 19 tiri totali (contro gli 8 dei lagunari), 5 in porta e 3 gol (il Venezia ne ha fatti 2 con 1 gol). 15 le occasioni da gol contro 5. 7-0 i corner. Passaggi riusciti 506 con un’accuratezza dell’83% (i neroverdi si sono assestati al 78%). Si è corso tanto: più di 112 chilometri (contro i 111.9 dei veneziani).
L’uomo che più di tutti si è distinto è stato De Roon: ha corso 11.8 km; ha recuperato 12 palloni e ne ha giocati 86. Si sono viste cose buone. Si sono fatti tre gol, ma non siamo riusciti a difendere la porta senza subire gol. Quel golletto lì lo prendiamo sempre. Boga, dopo avere sbagliato un paio di appoggi, ha perso una palla velenosa a centrocampo. È stato sufficiente perché il Venezia trovasse la solita prateria e andasse in gol con Crnigoj. Questo vizio non riusciamo proprio a togliercelo. È l’unica nota stonata della partita.
Per il resto si è visto un Musso rinfrancato: ottimo nelle uscite, quelle che danno sicurezza a tutta la difesa, e buoni appoggi dei palloni ai compagni, anche con i piedi.
Altra nota positiva lo stato di forma di Muriel. Quando sta così, basta dargli la palla e lui s’inventa sempre qualcosa di magico. E, infine, Zapata ha ritrovato il gol. Non segnava da novembre, contro la Juventus. Ne è passato di tempo, ma la soddisfazione è grande. Il colombiano raggiunge quota 10 e va in doppia cifra da sei campionati di fila in Serie A. E non è ancora finita. Accanto ai 10 gol di Zapata va sottolineato anche il gol di Mario Pasalic, anche lui raggiunge quota 10 (il suo record personale).
Mercoledì col Torino, la gara darà le giuste indicazioni per capire se la squadra ha ritrovato i suoi teoremi di gioco e una condizione atletica accettabile.