Un pezzo di storia dell’Atalanta se ne va. Ivan Ruggeri non è più. Con lui se ne va un esempio di stile e valori che hanno rappresentato e valorizzato lo spirito autentico bergamasco. Anche se la sua esperienza di presidente del sodalizio nerazzurro si era drammaticamente interrotta il 16 gennaio 2008, a seguito di una emorragia cerebrale dalla quale non si è più ripreso, è rimasto attaccato alla vita, contornato dall’affetto e dalle cure dei suoi familiari fino alla notte del 6 aprile quando si è spento all’età di 68 anni. Un uomo profondamente legato allo sport, diventato nel febbraio 1994 diciottesimo presidente nella storia dell’Atalanta dopo esserne stato vicepresidente per due volte nell’era di Cesare Bortolotti, alla fine degli anni ’70 e ’80. Ivan Ruggeri, imprenditore di successo capace di eccellere in diversi segmenti di mercato, è nato ciclista, disciplina che praticò dal 1960 al 1965 cogliendo anche importanti piazzamenti. L’amore per il calcio s’impossessò di lui dopo la metà degli anni ’70 e nel 1977 entrò nel capitale dell’Atalanta. Subentrò all’attuale presidente, Antonio Percassi, nel corso della stagione 1993-94 quando la squadra stava maturando la retrocessione in B. Affidò la conduzione tecnica a Emiliano Mondonico, che riportò subito l’Atalanta nel massimo campionato e arrivò a disputare la finale di Coppa Italia, persa contro la Fiorentina. Da presidente nel febbraio ‘97visse il dolore per la tragica scomparsa in un incidente stradale di Federico Pisani e della sua fidanzata. Quando l’Atalanta tornò tra i cadetti, puntò su Giovanni Vavassori e sul settore giovanile risalendo in A nel 2000 e agganciando la testa della classifica per poi chiudere al settimo posto dopo un girone d’andata straordinario. Negli anni successivi ancora una retrocessione e due stagioni tra i cadetti, poi nel 2005-2006 la grande cavalcata in serie B culminata con la promozione conquistata a mani basse dalla squadra guidata da Stefano Colantuono che raggiunge quota 81 punti. Il modo migliore per preparare il centenario della società atalantina Dopo l’ottavo posto in A, arrivò il cambio di panchina con l’approdo di Gigi Del Neri. In quella stagione ci fu l’episodio della partita Atalanta-Milan, interrotta per le intemperanze e le minacce di una frangia di tifosi nerazzurri per la morte di Gabriele Sandri. Episodio che indusse l’uomo e lo sportivo Ivan Ruggeri a prendere posizione contro gli estremismi del calcio, in special mondo quelli che secondo lui si erano insinuati nella curva nord. Quando fu colpito da emorragia cerebrale, a poca distanza dal Centro Sportivo Bortolotti di Zingonia, la responsabilità societaria passò ai figli Francesca, con il ruolo di vicepresidente, e Alessandro, in veste di amministratore delegato, il quale assunse la carica di presidente nel settembre 2008. La lunga esperienza della famiglia Ruggeri, alla guida dell’Atalanta s’interruppe nel giugno 2010, dopo sedici anni, quando Antonio Percassi rilevò il 70 per cento del pacchetto azionario.