Nell’arco dei 90 minuti è ammissibile che una squadra faccia tremare l’altra, ma se accade a entrambe, all’arbitro e sugli spalti, c’è un’anomalia. L’Atalanta passa a Pescara con merito, grazie a un gol di un Caldara sempre più al top, in una gara contrassegnata dallo sgomento per la forte scossa sismica avvertita da tutti i presenti allo stadio Adriatico alla mezz’ora del primo tempo. L’Atalanta, concreta e sicura, inanella il quinto risultato utile, frutto di quattro vittorie e un pareggio. La squadra di Gasperini non è una meteora, ma una realtà convincente, con un equilibrio maturo e una raggiunta solidità in tutti i reparti. Con Berisha praticamente mai impegnato, l’Atalanta fa la partita senza concedere opportunità al Pescara, conquistando tre punti che valgono il sesto posto in classifica. Senza rivivere il ritmo schiacciante del primo tempo disputato contro l’Inter, la formazione schierata con il 3-4-1-2, con Kurtic alle spalle di Gomez e Paloschi, Konko e Zukanovic esterni difensivi con Caldara centrale, Kessie e Freuler centrali di centrocampo con Conti e Dramè sulle fasce, cresce con il passare dei minuti conquistando gradualmente gli spazi. L’atteso Paloschi non riesce ancora a fare gol, in compenso ci pensa Caldara a giganteggiare in area pescarese. Al 41’ del primo tempo il suo stacco di testa manda il pallone a stamparsi sulla traversa. Alla seconda occasione, al 14’ della ripresa, il difensore bergamasco doc si regala la prima gioia in serie A gonfiando la rete sempre di testa. Gasperini, costretto in tribuna per la squalifica seguita all’allontanamento nel corso della gara con l’Inter, detta i cambi, tra cui quello di Gomez, avvicendato da D’Alessandro. In campo nel finale anche Gagliardini per Kessie e Masiello per Conti. I tifosi della curva nord dello stadio Adriatico avrebbero voluto la sospensione della gara dopo il terremoto e hanno abbandonato per protesta gli spalti.