Claudio Marchisio: “Voglio che la Juve torni a primeggiare nel Mondiale per club”

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Claudio Marchisio è legato a doppio filo con la città di Bergamo da quando, nel 2021, ha aperto sulla terrazza Fausti, uno dei luoghi più iconici della città, il ristorante “Legami – Sushi & more”.

Marchisio, soprannominato “Il Principino” ha maturato un curriculum da calciatore di tutto rispetto: sette scudetti vinti tra il 2011 e il 2018, quattro Coppe Italia e tre Supercoppe Italiane, Vicecampione d’Italia a UEFA Euro 2012 e due partecipazioni alla Coppa del Mondo FIFA, nel 2010 e nel 2014. Centrocampista completo Marchisio si è distinto nella Juve di Conte, e ha giocato con Gigi Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini e Del Piero per citare i bianconeri più vincenti.

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A pochi mesi dalla prima Coppa del Mondo per Club FIFA, Marchisio spera nella possibilità che la Juve torni a primeggiare in un contesto globale. L’ex giocatore juventino, ora chiamato a commentare gli eventi calcistici nelle diverse tv nazionali, ha rilasciato un’ampia intervista alla Fifa, che riportiamo.

Il 2025 sarà l’anno della prima FIFA Club World Cup. Che novità può apportare al calcio una competizione globale di tale caratura?
Sarà una vetrina straordinaria per club e giocatori, l’opportunità di alzare il livello in termini di visibilità e competitività internazionale. Il format è moderno e accattivante, con le 32 squadre partecipanti divise in 8 gironi da 4, stile Coppa del Mondo per nazionali. Le big ci sono tutte, e il montepremi da oltre 100 milioni per la vincente stuzzica“.

Tra le due squadre italiane che parteciperanno alla competizione ci sarà anche la Juventus. Che opportunità sarà per i bianconeri tornare a competere sulla scena mondiale?
La Juventus ha sempre avuto grandi ambizioni internazionali, e per una squadra relativamente giovane come quella agli ordini di Thiago Motta sarà un momento decisivo di crescita e per fare esperienza. La Juve ha tutte le carte in regola per passare il turno, visto che ha già affrontato e battuto in Champions League l’avversaria più impegnativa del girone: il Manchester City. È sempre stimolante anche mettersi alla prova con realtà diverse come Wydad Casablanca e Al Ain. Rispetto alle prime due avversarie il City è di un altro livello, e anche se non sta disputando la sua migliore stagione, Pep Guardiola rimane uno dei migliori allenatori al mondo. Sarà una grande partita, di altissimo livello“.

Lei ha giocato con leggende italiane di questo club. Che valori in comune aveva con giocatori del calibro di Del Piero, Buffon, Barzagli, Chiellini e Bonucci?
Da tutti loro ho imparato tantissimo. A livello di mentalità, leadership, valori sportivi, professionalità e agonismo. Sono stati compagni eccezionali e amici sinceri. In quegli anni tutti mettevano la squadra avanti a tutto, e l’armonia di un gruppo eccezionale è stata decisiva per raggiungere traguardi quasi impensabili“.

Yildiz, Vlahovic, l’ultimo arrivato Kolo Muani… Quale giocatore pensa possa avere le qualità per trascinare la squadra nella seconda parte di stagione, compreso il Mondiale per club?
Sono curioso di valutare l’impatto di Kolo Muani alla Juventus, credo che Vlahovic avesse bisogno di un giocatore con le sue caratteristiche. Dusan non si discute, e Yildiz è il futuro della Juventus; la maglia numero 10 non capita mai per caso“.

Lei conosce bene Thiago Motta, avendo condiviso con lui anche lo spogliatoio della Nazionale. Crede che la Juventus con lui sia sulla strada giusta?
Thiago Motta è un grande professionista, lo era da giocatore e si conferma di alto livello anche in panchina. La Juve scegliendolo ha voluto dare una svolta, e per ogni cambiamento ci vuole il suo tempo. Conosce il calcio e sa valorizzare i giovani, credo che la Juventus stia lavorando nella direzione giusta“.

Ha rappresentato l’Italia per nove anni partecipando anche a due Coppe del Mondo FIFA: come l’ha arricchita questa competizione e cosa ha rappresentato per lei?
Credo che la Coppa del Mondo sia una delle esperienze più coinvolgenti che un calciatore possa fare. Indossare la maglia azzurra per me è stato un onore, giocare due mondiali un vanto. Due esperienze diverse, che mi hanno dato tantissimo, dal punto di vista calcistico e umano. La pressione, i tifosi, i compagni… Un’emozione unica, che rimarrà per sempre nei miei ricordi. Nel 2010 si respirava ancora l’emozione del successo del 2006, e da campioni in carica la pressione era altissima. Non c’era margine d’errore ma non siamo riusciti a esprimere il nostro potenziale, e abbiamo vissuto l’eliminazione come uno choc“.

Nel 2014 il gol contro l’Inghilterra e l’espulsione contro l’Uruguay. Ci racconta i due episodi dal suo punto di vista e come ha vissuto quei giorni?
Il gol contro l’Inghilterra è stato uno dei punti più alti della mia carriera azzurra, un’emozione indescrivibile contro un’avversaria storica. Dopo l’espulsione contro l’Uruguay mi è crollato il mondo addosso, perché era una sfida delicatissima, e non ci aspettavamo di uscire di scena così. Una delusione che ci ha segnato, ma ci ha fatto anche maturare e crescere“.

Questa Nazionale manca alla Coppa del Mondo proprio da quell’anno. L’Italia di oggi ha le carte in regola per tornare ai Mondiali?
Le mancate qualificazioni sono state un duro colpo, per storia e qualità della rosa l’Italia non può permettersi di mancare l’appuntamento con la Coppa del Mondo. Questo gruppo è giovane ma determinato e con Spalletti alla guida ha tutte le carte in regola per disputare il prossimo Mondiale da protagonista“.

Che strascichi ha lasciato sulla generazione attuale di calciatori la mancata qualificazioni a due edizioni consecutive?
Ha lasciato un segno indelebile nella vecchia generazione: giocatori come Buffon meritavano assolutamente di giocare un altro Mondiale. Mentre per i più giovani è stata un punto a capo, di ripartenza. Questo conferma la legge non scritta del calcio: vince chi merita, e nessuno è infallibile“.

In Nazionale ha vissuto gli anni del blocco Juventus di cui lei faceva parte. L’Italia di oggi deve cercare una spina dorsale collaudata a cui affidarsi?
Il blocco Juventus e in particolare la BBC sono stati fondamentali per la maglia azzurra, trasferendo in Nazionale i valori e la mentalità vincente di una Juventus capace di vincere 9 scudetti consecutivi. Spalletti ha dato nuovo equilibrio a un gruppo che, pur nella sua diversità, ha trovato stabilità e un’identità forte“. (Fonte: FIFA)