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Dalla Russia con amore

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Eugenio Sorrentino

La pandemia di coronavirus ha fatto arrivare a
Bergamo, la più colpita in termini di morbilità e
decessi, una task force di delegazioni composte da
medici e infermieri giunti da altri Paesi. Tra questi
il contingente russo, con medici e infermieri
destinati all’ospedale da campo dell’Associazione
Nazionale Alpini, attrezzato a tempo di record con
il concorso determinante dei volontari artigiani, e
personale militare specializzato in gestione di
emergenze sanitarie e nelle bonifiche. I militari
russi, che operano insieme al 7° Reggimento NBC
dell’Esercito Italiano, hanno avviato la
sanificazione di 65 residenze per anziani
bergamasche. Alpini e russi insieme per debellare
la minaccia del coronavirus, in forza di un profondo
rapporto di amicizia e solidarietà.
Ce ne testimonia l’importanza e il valore un
cittadino russo di origine armena, l’allenatore di
calcio Manvel Ayrapetyan, alla guida
dell’Accademia Lena, il quale vive a Bergamo e ha
incontrato i medici russi.
“Sono orgoglioso che gli amici russi siano arrivati
ad aiutare i bergamaschi in un momento così
difficile – dice, ricordando i trascorsi da calciatore
nella Primavera del Cska Mosca e i 16 anni da
allenatore delle giovanili del San Pietroburgo
– Ho parlato con i medici, sono convinti di poter
dare un contributo notevole alla lotta alla diffusione
del coronavirus. Oltre a possedere esperienza e
capacità professionali, conoscendoli si capisce
quanta sicurezza essi offrono con il loro operato”.
“Sono accompagnati da sentimenti di umanità
innati – prosegue il mister – e agiscono in tal senso
mettendo a frutto la loro preparazione.
Hanno lasciato le loro famiglie per venire in nostro
aiuto. L’amicizia tra i popoli russo e italiano è
stretta perché abbiamo tanto in comune. Nei
momenti di difficoltà, ci si è sempre dato una
mano”.
Laggiù in Russia, nelle terre segnate dalle
sofferenze e dalla tragedia della seconda guerra
mondiale, gli alpini hanno costruito un asilo e
costruito nei pressi del villaggio di Nikolajewka il
cosiddetto “Ponte dell’amicizia”.
“La presenza di militari russi rafforza i sentimenti
che legano i nostri popoli – sottolinea Manvel
Ayrepatyan – Ci si aiuta per difendersi da un
nemico subdolo. E’ importante apprezzare il valore
della generosità e della cooperazione. Conosco la
gente russa e ho imparato ad amare la cultura dei
bergamaschi. Sono felice di questo contributo alla
rinascita”.

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