Simone Fornoni
Dalle ombre dei misteri di Milano, dei gialli e dei noir che compone di notte da scrittore, alla luce delle cronache sportive bergamasche, narrando l’Atalanta e il Bergamo Basket. E’ il curioso e insolito ritratto di Fabrizio Carcano, 47enne giallista e giornalista milanese doc, dal 2015 trapiantato a Bergamo, nel verde di Valtesse, per ragioni di cuore.
“Questa è diventata la mia città. Sono stato adottato da Bergamo, la mia vita è qui e mi trovo benissimo. Per sette anni ho fatto il pendolare per ragioni sentimentali lungo la A4, poi cinque anni fa mi sono trasferito qui e la mia vita è cambiata, in meglio – racconta il diretto interessato – Sei libri negli ultimi trenta mesi, un libro ogni sei mesi. Con un successo in libreria inatteso e crescente. E il paradosso di vivere a Bergamo, felicemente, pur continuando a narrare Milano”.
I romanzi del ‘Dan Brown’ di Milano, sempre più apprezzati dal pubblico nazionale (anche se l’80% dei lettori è in Lombardia), negli ultimi tre anni presenza fissa vertici delle classifiche di vendita su Amazon, raccontano solo la sua Milano; la sua attività da giornalista è incentrata solo sull’Atalanta, che segue capillarmente per il quotidiano il Giorno, e per il Bergamo Basket 2014. Realtà che ha citato anche nei ringraziamenti dei suoi libri.
“Realtà diverse, che mi hanno accolto e agevolato nel mio lavoro: non faccio l’ipocrita dichiarandomi tifoso, ma ormai uso spontaneamente il ‘noi’ quando parlo di Dea e BB14”.
Dal primo novembre è in libreria con il suo tredicesimo noir in nove anni, ‘La Notte del Diavolo’, in cui lo scrittore milanese racconta al pubblico il nero del satanismo, i misteri del sottosuolo di Milano, con le necropoli sotto l’asfalto, gli ossari degli appestati, attraverso il suo protagonista, l’investigatore seriale e generazionale Bruno Ardigo’. Il quale indaga nell’estate 2020 nella metropoli che sta lasciandosi alle spalle il virus, ma indossa ancora le mascherine, scendendo nel cuore più nero di Milano. Partendo dal feroce omicidio di un uomo con il corpo ricoperto di tatuaggi demoniaci, tra cui il Sigillo di Lucifero: un segno distintivo di un maestro, di un elevato nelle gerarchie del satanismo.
“Un fenomeno presente nel milanese e nelle aree del Nord Italia molto più di quanto le cronache giornalistiche e giudiziarie ci raccontino”, conclude Carcano. Che a giugno, nel noir il Cacciatore di Caino, aveva dedicato il libro alla città di Bergamo, alle vittime del Covid e al suocero Ferdinando deceduto a marzo per il virus.