La morale dei vaccini

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Federica Sorrentino

Il protocollo messo in atto dalla Federcalcio, per prevenire i contagi da Covid-19 e circoscriverne i casi, impone da un anno a questa parte frequenti analisi del tampone. Nessuno, forse neppure il personale sanitario, ne ha eseguite tante quanto i calciatori. L’allenatore nerazzurro Gian Piero Gasperini presume si sia arrivati a sottoporsi a un centinaio di controlli, sentendo di ritenersi appartenente, insieme allo staff e al gruppo squadra, a un contesto molto tutelato sotto questo punto di vista. Quando, poi, gli si chiede se i calciatori dovrebbero essere immunizzati secondo un criterio di priorità, egli non ha dubbi a sottolineare come i vaccini vanno indirizzati alle persone maggiormente esposte al rischio di contagio e a coloro i quali, soggetti fragili e malati cronici, potrebbero, se positivi, sviluppare una forma grave di malattia. Ed è bene che i vaccini arrivino e la campagna si concluda in fretta. Gli fa eco, da tutt’altro palcoscenico, Federica Pellegrini, dopo aver fatto segnare il tempo sui 200 stile libero che l’ammette alla sua quinta olimpiade. La “Divina” il Covid l’ha fatto, ma sottolinea che devono essere vaccinate in primis le categorie a rischio.
Possono essere definite due prese di posizione responsabili ancorché esemplari per i diversi contesti in cui sono state espresse.
Quando è iniziata la campagna vaccinale si voleva che gli sportivi facessero da testimonial per convincere i titubanti e i restii a sottoporsi alla profilassi anti-Covid. Ora sono proprio i campioni e i personaggi più in vista dello sport a richiedere maggiore attenzione per le categorie più fragili, in base all’età e alle patologie gravi di cui soffrono. Questo atteggiamento va letto come un segnale positivo di etica e coscienza. Ciò non toglie che arriverà anche il momento di vaccinare gli sportivi professionisti di tutte le discipline e quelli del mondo dilettantistico. In particolare,  i componenti la spedizione azzurra ai Giochi Olimpici di Tokyo. Quanto agli atleti paralimpici, va considerata la loro disabilità: hanno diritto alla massima attenzione senza scorciatoie.
Il giorno di Pasqua, in Italia siamo arrivati a 11 milioni di inoculazioni, circa 3,5 milioni le persone che hanno ricevuto la doppia dose di vaccino.
Lo sport, pure messo in crisi dalla pandemia, sta offrendo un ulteriore contributo, vedendo trasformati impianti e palestre in centri vaccinali.
Ci aspetta una lunga primavera, sperando di raggiungere gli obiettivi previsti in estate per la vaccinazione di massa.

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