L’Atalanta resuscita il Verona

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RejaDopo aver visto l’Atalanta resuscitare il Verona è giusto chiedersi quali elementi inducano la metamorfosi a cui la squadra di Reja va incontro lontano dalle mura amiche. Ciò indipendentemente dalla mezza rivoluzione prodotta dal mercato di gennaio e dalla necessità di inserire gradualmente i nuovi arrivati negli schemi soggetti a continuo rimodellamento. E’ apparso chiaro che l’Atalanta, senza Maxi Moralez sulla destra, non potesse sfavillare con il 4-3-3 che vedeva, ad inizio di stagione, Papu Gomez in brodo di giuggiole sulla fascia sinistra. La ricetta del 3-4-2-1 con cui Reja ha impostato la gara infrasettimanale al Bentegodi poteva starci se tutti avessero espresso il massimo rendimento. In difesa Masiello fa la sua parte, ma l’assenza di Paletta pesa. Il tecnico atalantino si è affidato alla robustezza per la coppia centrale di centrocampo, con Migliaccio che ha ben risposto e De Roon troppo lento per i ritmi della serata. Ottimo riscontro da Conti, che ha suggellato la prima mezz’ora da Atalanta con il gol del vantaggio ottenuto con un intervento a seguire l’azione in area veronese di Borriello, su cui Moras ha provato a liberare finendo per servire l’assist. Decisamente flop Dramè, surclassato sulla fascia sinistra, dove gioca male anche Cherubin in posizione più arretrata. Il franco-senegalese, già ammonito, si fa espellere platealmente al 9’ della ripresa mettendo ancora più in difficoltà la sua squadra. Gomez è generoso tanto quanto, ma la fatica pesa, e Diamanti, le cui doti tecniche non si discutono, dovrebbe imparare a giocare più per la squadra che per se stesso. I colpi magici possono esser risolutivi, ma ciò accade di rado. Borriello dimostra di essere un attaccante mobile e non aver trovato la porta è solo questione di precisione. Il rientro di Pinilla nel finale di gara è stato condito di falli e un cartellino giallo. Cosa ci si poteva aspettare a Verona dalla squadra allenata da Gigi Del Neri, una volta in svantaggio? Che reagisse e buttasse il cuore oltre l’ostacolo. E così è stato. Prima dell’intervallo Cherubin perde sulla fascia sinistra un pallone apparentemente innocuo che Siligardi trasforma nell’azione del pareggio dribblando tre difensori alla stregua di un fenomeno. Lo stesso Cherubin è protagonista in negativo quando perde palla nella ripresa consentendo a Pazzini di calciare una sorta di penalty in movimento e mettere a segno il gol partita. Vero è che sul fronte opposto il portiere scaligero Gollini si esalta impedendo a Diamanti e Gomez. Ma ciò non basta a giustificare la debacle. Otto partite senza vittorie sono il segnale di una fase di transizione che si prolunga oltre ogni indice di sostenibilità. La posizione in classifica è di tutta tranquillità, al momento, ma il rendimento generale della squadra preoccupa e l’ansia di dovere tornare a vincere potrebbe rappresentare un ulteriore ostacolo. C’è da sperare che Reja riesca ad amalgamare quegli elementi in grado di rivitalizzare soprattutto le fasce, diventate l’anello debole.

VERONA-ATALANTA 2-1

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VERONA (4-4-2): Gollini 7; Pisano 6, Moras 6, Helander 6, Albertazzi 6 (23’ st Gilberto 6.5); Wszolek 7, Marrone 6, Ionita 6 (33’ st Gomez 6), Siligardi 6.5 (1’ st Emanuelson 6); Pazzini 7, Toni 6.5. A disposizione: Coppola, Marcone, Samir, Bianchetti, Romulo, Furman, Greco, Jankovic, Fares. All. Delneri

ATALANTA (3-4-2-1): Sportiello 6; Toloi 5,5, Masiello 6, Cherubin 5; Conti 6.5 (23’ st Raimondi 6), de Roon 5.5, Migliaccio 6, Dramè 4.5; Diamanti 6.5, Borriello 6 (37’ st Pinilla sv), Gomez 5.5 (32’ st Brivio 5.5). A disposizione: Bassi, Radunovic, Djimsiti, D’Alessandro, Kurtic, Freuler, Gakpé, Gagliardini, Monachello. All. Reja.

Arbitro: Di Bello di Brindisi 6

Marcatori: 30’ pt Conti, 42’ pt Siligardi, 38’ st Pazzini

Ammoniti: Dramè, De Roon, Migliaccio e Pinilla nell’Atalanta, Albertazzi e Ionita nel Verona. Espulso Dramè al 9’ del secondo tempo per doppia ammonizione