Lo sport nel contesto della guerra russo-ucraina. L’Università di Bergamo si interroga

401

Nasce dall’intenzione di riflettere sul ruolo dello sport nel complesso periodo storico attuale, dove considerazioni di natura politica, storica, filosofica e giuridica assumono una decisiva rilevanza, il convegno organizzato dai proff. Stefano Bastianon, Ordinario di Diritto dell’Unione europea nell’Università degli studi di Bergamo e Corrado Del Bò, Ordinario di Filosofia del diritto nella medesima Università, dal titolo “Lo sport nel contesto della guerra russo-ucraina: storia, filosofia, filosofia e diritto a confronto”.

L’incontro, che segna la decima edizione del tradizionale convegno “L’Europa e lo sport”, fissato dalle 14:30 alle 18 di giovedì 23 giugno presso la Sala Galeotti della sede di via Dei Caniana 2, a Bergamo, costituirà l’occasione di affrontare, da un punto di vista storico, giuridico e filosofico, il tema del ruolo dello sport nel più vasto contesto dell’attuale realtà sociale e politica contraddistinta da fatti ed eventi che, mai come in questo periodo, si riflettono in numerosi ambiti del vivere civile. In particolare, si cercherà di illustrare se e come il principio della neutralità politica dello sport può riconciliarsi con il compito dello sport di diffondere i valori universali dell’uguaglianza, della non discriminazione e della dignità umana.

forbes

Anticipa il prof. Bastianon: “Sotto questo profilo, la vicenda dell’esclusione dei tennisti russi e bielorussi dal torneo di Wimbledon (privato tuttavia della possibilità di assegnare punti per la classifica mondiale), ma non dal Roland Garros, frutto di scelte (politiche) di soggetti privati, la dice lunga sulla concreta possibilità per il mondo sportivo di predicare un’assoluta neutralità politica. Analogamente, il principio della neutralità politica dello sport vacilla pericolosamente se si considera che, mentre gli atleti russi sono stati privati, pressoché in ogni disciplina sportiva, del diritto di partecipare alle competizioni internazionali, molti dirigenti sportivi russi sono rimasti nei loro ruoli all’interno di numerose federazioni sportive e dello stesso CIO. D’altra parte, il movimento olimpico non può dirsi ideologicamente neutrale, posto che tale movimento è governato dai principi dell’Olimpismo, molti dei quali rimandano a fondamentali principi dell’umanesimo“.

Gli fa eco il prof. Del Bò secondo cui “la neutralità politica, nello sport, sembra un ideale in difficoltà, poiché lo sport ha assunto un ruolo politico sempre più marcato. Su questo tema cercheremo di avviare un dialogo pluridisciplinare in occasione del convegno“.