L’Atalanta si affida a Edy Reja, gran maestro degli allenatori in qualità di veterano della categoria dall’alto dei suoi 69 anni. La decisione del cambio in panchina, si è appreso dal presiedente atalantino Antonio Percassi, è stata sofferta quanto necessaria. Una notte per fare la scelta, le prime ore del mattino di mercoledì 4 marzo per comunicare la decisione a Stefano Colantuono, che ha lasciato la guida tecnica dopo cinque anni e aver condotto la squadra nella parte sinistra della classifica, nonostante due stagioni con penalizzazioni, maturando il record di punti in serie A nella storia dell’Atalanta. Colantuono paga da un lato una certa cocciutaggine, che però gli ha pure permesso di vincere sfide importante, ma soprattutto situazioni sfavorevoli, un mix di infortuni e cali di forma inaspettati come nel caso di Denis. Che l’ex tecnico dei bergamaschi fosse consapevole del momento difficile lo si è capito quando Percassi e il dg Pierpaolo Marino hanno raccontato il momento in cui stava per mollare tutto, subito dopo la partita vinta non senza fatica con il Cesena, durante la quale erano piovuti fischi che lo avevano amareggiato. Convinto a restare dalla società, si è visto poi congedare pur con la stima e la gratitudine dovutagli. Pierpaolo Marino, che ben conosce Reja avendo condiviso la scalata del Napoli dalla C alla A, lo indica come persona con il migliore bagaglio di esperienza in circolazione. Eppure è lo stesso Reja, nel corso della conferenza stampa di presentazione, a sottolineare come l’esperienza aiuta ma il passato conta poco. Di certo Reja non sarà solo un traghettatore, avendo sottoscritto un contratto che lo lega a Bergamo fino a giugno 2016. Reduce dalle ottime esperienze con Napoli e Lazio, l’allenatore goriziano ritrova calciatori con cui ha già lavorato. Denis, avuto a disposizione a Napoli, gli ex laziali Stendardo, Biava e Scaloni, e Rolando Bianchi che militava nel Cagliari all’età di 21 anni. A proposito di Denis, in astinenza di gol, Reja afferma che ha bisogno di sentire fiducia totale intorno a sé per poter tornare ai massimi livelli. Pungolato sul modulo, Reja che è profeta del 4-3-3 ammette che sta studiando soluzioni alternative per garantire alla squadra il necessario equilibrio tattico. Una soluzione potrebbe essere il 4-2-3-1, dal momento che non sembra gradire il 4-4-2, facile a trasformarsi in un 4-2-4 che concede superiorità a centrocampo all’avversario. La difesa a quattro è un punto fisso, così come Cigarini regista basso, con Baselli nel ruolo di mezz’ala. A Reja viene chiesto di portare la squadra in acque tranquille, lontano dai bassifondi, per confermarsi in serie A. Reja dovrà lavorare sulla psiche dei giocatori, infondere fiducia per consentire alla squadra di ritrovare la sicurezza in campo. Si tratta – ha spiegato Reja – di mantenere alto il livello di concentrazione ed esprimere la forza caratteriale. A questo punto non si sono più alibi, chiosa il presidente Percassi.