Riscoprire la ciclovia della cultura Bergamo Brescia. Corti e Martinelli testimonial d’eccezione

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Bergamo e Brescia due città “rivali” unite dalla stessa tragedia del 2020: il flagello del Covid. Ciò che rimane, passata la buriana, è una serie di iniziative culturali legate dall’assegnazione nel 2023 di Bergamo e Brescia capitali della cultura. Un progetto che ha valorizzato le bellezze artistico-culturali ed enogastronomiche delle due città.

Uno di questi progetti che viene continuamente valorizzato è il tracciato di una ciclovia culturale. E su questo progetto Paolo Marabini, nella sua originalissima biblioteca dello sport, che ha sede a Seriate, ha costruito una serata proprio in favore della bicicletta del percorso lento, che ha l’intento di far riscoprire le bellezze delle due città.

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Alla serata sono stati chiamati due testimonial della bicicletta che hanno fatto delle due ruote la loro professione: prima come corridori, poi come direttori sportivi e dirigenti di squadre professionistiche: Claudio Corti e Beppe Martinelli, espressione di entrambi i territori: l’uno di Bergamo, l’atro di Brescia.

E non poteva mancare un narratore: Paolo Venturini, uno dei due autori insieme ad Andrea Barretta del corposo libro (con molte e belle fotografie) “Ciclovia della cultura: Bergamo Brescia. Itinerario tra saperi e sapori”.

Biblioteca dello Sport
Da sinistra: Paolo Venturini, Claudio Corti, Beppe Martinelli e Paolo Marabini (Foto E.P.)

Se si parla di bicicletta non poteva mancare in sala la presidente dell’Aribi Bergamo Claudia Ratti, che ha ispirato Claudio Corti a riprendere la bici per un viaggio quotidiano a passo lento. “Ho riscoperto la bici proprio con l’esplosione del Covid. Era l’unico modo che avevo per poter uscire di casa – racconta Corti -. L’anno scorso ho fatto il Cammino di Santiago in bicicletta (800 chilometri in dieci giorni) insieme a un gruppo di amici mi è piaciuto moltissimo”. Per Beppe Martinelli, invece, “Dopo aver fatto o seguito le gare, dove si va sempre a mille ho assaporato la gioia di poter andare piano. Il passo lento, quello che mi permette di godere il paesaggio e di trascorrere alcune ore in compagnia chiacchierando del più e del meno”. Che è l’essenza del cicloturismo.

Lo scopo del libro è quello di raccontare il territorio con l’ottica del libro, racconta Paolo Venturini. “Tra Bergamo e Brescia ci sono 872 siti di interesse storico-artistico. Ne abbiamo scelti più di 500 e li abbiamo raccontati dal punto di vista del ciclista. Oltre alla storia li abbiamo accostati a leggende che si tramandano dal passato con aneddoti e curiosità. In aggiunta non potevano mancare gli itinerari legati al mondo enogastronomico, che anche in queste due province hanno di che essere scoperti”.

Ne è venuta fuori una serata piacevole, dal sapore anche sociale, con i due professionisti che hanno sollevato un dibattito sulla sicurezza dell’andare in bicicletta sulle strade italiane in generale e bergamasche in particolare. L’esempio viene dalla Spagna dove una legge impone di superare i ciclisti (che devono procedere allineati in coppia e non in fila indiana) a due metri a una velocità dimezzata rispetto a quanto previsto su quella particolare strada.

Ma provate a immaginare di superare un ciclista a due metri di distanza sulla statale 42 della Valle Cavallina. Significherebbe oltrepassare la carreggiata e rischiare un frontale.

Altro argomento interessante che pone il bergamasco al centro del dibattito è il seguente: come è possibile che quando passa il Giro d’Italia o il Giro di Lombardia (vedi quanto traboccava di gente la Boccola all’ultimo passaggio) la gente va a riempire i bordi delle strade per inneggiare ai propri campioni e poi quando si ritrova in macchina dietro un ciclista lo prende a clacsonate. È un problema di cultura e di rispetto che andrebbe insegnata.

Oppure – suggerisce Martinellifacciamo come fa la Spagna. La domenica chiude alcune strade del centro città e le trasforma in ciclopedonali dove si riversano centinaia di ciclisti per la loro passeggiata settimanale”.