Ci sono momenti nei quali bisogna avere la lucidità di fermarsi, anche se significa perdere posizioni in classifica e opportunità di guadagno. Fossilizzarsi sul breve termine, a volte, può essere dannoso. Lo scorso settembre, Federico Arnaboldi lo ha capito. Dopo aver perso la dodicesima partita di fila, ha scelto di mettere in pausa la sua carriera per riordinare le idee e ripartire, possibilmente più forte di prima. Lo scorso 9 giugno, dopo avere sfiorato il main draw al Roland Garros, il comasco era salito al numero 183 ATP.
Cinque mesi dopo, si è presentato agli Internazionali di Bergamo – Trofeo FAIP-Perrel presented by Intesa Sanpaolo & Sarco Lexus da numero 406. Una classifica che non rende giustizia al suo talento, e che lo costringe a giocare le qualificazioni. “Non è stato un buon anno, d’altra parte basta guardare i risultati – racconta, dopo la vittoria per 6-3 6-1 contro Nicola Rispoli –. In realtà è stato piuttosto buono nella prima metà. Avevo fornito ottime prestazioni, avevo raggiunto il best ranking e il mio livello generale è comunque salito. Poi, però, è successo qualcosa. Essendo la prima volta che mi affacciavo a determinati livelli, inconsapevolmente, mi sono un po’ “accontentato” e non ho più investito sul mio tennis. Nei Challenger il livello è molto alto, e se non sei al 100% sotto tutti i punti di vista ne paghi le conseguenze. Da giugno in poi non ero in un buono stato mentale, non stavo bene in campo, si è visto e ne ho risentito”.
Dopo i quarti di finale a Perugia, Arnaboldi ha raccolto soltanto sconfitte fino a settembre, senza vincere un set. E allora è lecito domandargli come si esce da un momento del genere. “Bella domanda. Non mi era mai capitato, e non capita così spesso in generale – racconta – è successo a giocatori di alto livello, anche se non è così frequente. Sul piano mentale è molto dura: 2-3 partite le digerisci facilmente, ma quando si accumulano tante sconfitte diventa tosta. Alla dodicesima sconfitta mi sono preso una pausa, fermandomi per chiarire alcune cose con me stesso, e anche al di fuori. In questi due mesi ho giocato la Serie A, utile per restare allenato, giocare alcune partite in un’atmosfera diversa, e adesso sono pronto per il finale di stagione: dopo Bergamo sarò ad Atene, poi mi preparerò per il 2026”.
RIPRENDERSI GLI SLAM – Ritrovare buone sensazioni è quello che Arnaboldi ha provato a mettere in scena sul Centrale della ChorusLife Arena, davanti ad alcune centinaia di spettatori che hanno sfidato il maltempo di una domenica mattina per non mancare al battesimo del nuovo torneo. “Sulla carta ero favorito, ma bisogna rispettare ogni avversario – dice Arnaboldi – non venendo da un buon periodo in termini di fiducia, mi sono concentrato sull’atteggiamento positivo. Era importante partire forte in modo da vivere più facilmente la partita dopo aver preso le misure”. È andata esattamente così: per centrare un posto in tabellone dovrà battere il bulgaro Alexander Donski, che nel campo adiacente ha firmato una mezza sorpresa, battendo in tre set Johan Nikles (n. 12 del draw). I numeri sono a favore di Arnaboldi, ma dovrà fare attenzione a questo 27enne nato a Philadelphia, negli Stati Uniti, figlio di un meccanico di aeroplani.
Dovrà essere il primo passo per una rinascita che Arnaboldi proverà a concretizzare frequentando il circuito Challenger: “Sono convinto che la discesa in classifica non sia questione di livello, ma di come ho affrontato alcune cose. Se riesco a incanalare nel modo giusto le energie, sono pronto a competere a questi livelli. Se ci sarà bisogno di giocare le qualificazioni – e con la classifica attuale capiterà – lo farò senza problemi. Poi starà a me: dovrò essere bravo a vincere partite e accumulare punti. Obiettivi? Non mi dispiacerebbe rientrare il prima possibile a giocare le qualificazioni nei tornei del Grande Slam. Parigi? Questo è un ottimo auspicio. Più in generale, tra dodici mesi mi piacerebbe essere rientrato tra i top-200”.
Come tutti, dai giocatori agli addetti ai lavori, Arnaboldi è rimasto sorpreso dal primo impatto con la ChorusLife Arena. “A Bergamo avevo giocato nel vecchio palazzetto, ma qui è nettamente meglio – conclude – è tutto organizzato nel migliore dei modi, l’arena è bella e nuova di zecca, inoltre l’hotel è a due passi e per noi giocatori è una comodità enorme. Dovessi usare un aggettivo, direi ‘sorprendente’”.

LUNEDÌ: IL CLOU È TRAVAGLIA-DODIG – Il resto della prima giornata non ha sorriso troppo ai colori azzurri. Dei nove italiani in gara, i tre approdati al turni decisivo sono tutti emersi da derby italiani: oltre ad Arnaboldi, dunque, si giocheranno un posto nel main draw Michele Ribecai e Andrea Guerrieri, vincitori rispettivamente contro Giorgio Ricca e uno dei due bergamaschi in gara, Leonardo Malgaroli. Quest’ultimo ha lottato con grande generosità, aggiudicandosi il primo set, ma poi è emersa la scarsa abitudine a giocare in questi livelli. Nel terzo set è stato avanti di un break (2-1 e servizio), ha avuto un’altra chance di portarsi avanti, ma alla fine ha incassato un parziale di cinque giochi di fila che ha fatto la differenza (4-6 6-2 6-2 lo score finale).
Niente da fare per l’altro padrone di casa, Leonardo Borrelli, che ha retto per un set contro lo spagnolo Callejon Hernando, salvo poi disunirsi nel secondo con troppi errori gratuiti. Lo spagnolo non ha un gioco troppo appariscente, ma che risulta molto fastidioso per gli avversari. Eliminato anche Giovanni Oradini, travolto dal gioco offensivo di Anton Matusevich, sempre proiettato verso la rete. Il trentino ha resistito fino al 4-4 nel primo set, poi il match si è fatto in salita.
Come da tradizione, la giornata di lunedì vedrà gli ultimi match delle qualificazioni e i primi del tabellone principale. Dopo che nel primo pomeriggio (si parte alle 10.30) saranno definiti i nomi dei sei qualificati (a cui si aggiungerà un lucky loser, visto che è arrivato in extremis il forfait di Luka Mikrut), inizieranno i match di tabellone principale. Il clou sarà alle 20, con l’interessante scontro generazionale tra Stefano Travaglia (classe 1991) e Matej Dodig (2005), con il giovane croato in piena corsa – e dunque a caccia di punti – per conquistare un posto alle Next Gen Finals di Jeddah.
BIGLIETTI – All’ingresso del palazzetto, presso il Gate 4, si trova la biglietteria per acquistare i tagliandi per le varie sessioni. In alternativa, si possono acquistare online sulle piattaforme TicketOne e Clappit, i cui link diretti sono reperibili dal sito del torneo www.internazionalidibergamo.it (Fonte: Trofo Faip-Perrel)
Primo Turno Qualificazioni
Federico Arnaboldi (ITA) b. Nicola Rispoli (ITA) 6-3 6-1
Alexander Donski (BUL) b. Johan Nikles (SUI) 6-3 2-6 6-1
Sergio Callejon Hernando (SPA) b. Leonardo Borrelli (ITA) 6-4 6-2
Milos Karol (SVK) b. Filip Pieczonka (POL) 6-2 6-4
Niels Visker (NED) b. Nikolay Vylegzhanin (RUS) 7-6(5) 6-2
Michele Ribecai (ITA) b. Giorgio Ricca (ITA) 6-1 6-2
Oleg Prihodko (UCR) b. Niels McDonald (GER) 6-2 3-6 6-3
Buvaysar Gadamauri (BEL) b. David Pichler (AUT) 6-1 6-2
Hamish Stewart (GBR) b. Lorenzo Bocchi (ITA) 6-3 6-4
Anton Matusevich (GBR) b. Giovanni Oradini (ITA) 6-4 6-2
Andrea Guerrieri (ITA) b. Leonard Malgaroli (ITA) 4-6 6-2 6-2
Alexey Vatutin (RUS) b. Ivan Liutarevich (RUS) 6-2 6-2













