Il titolo per queste righe è suggerito direttamente dalla sua provenienza. Già, perché Andrea Guerrieri è nato a Correggio, cittadina nota per aver dato i natali a Luciano Ligabue. Il noto rocker era all’Inalpi Arena per le ATP Finals, ed è stato immortalato con Jannik Sinner. Ma non tutti sanno che il suo rapporto col tennis non si limita a questo. “Mi è capitato di incrociarlo quando portava suo figlio al circolo di Correggio“, racconta Andrea, bravo a qualificarsi per il main draw degli Internazionali di Bergamo – Trofeo FAIP-Perrel presented by Intesa Sanpaolo & Sarco Lexus Bergamo.
Dopo un esordio molto complicato contro il bergamasco Leonardo Malgaroli (aveva perso il primo set e rimontato un break di svantaggio nel secondo), ha giocato un gran bel match contro l’esperto Alexey Vatutin, battuto con un convincente 6-2 6-4. Grazie a questo successo, giocherà il settimo main draw Challenger in carriera. Un risultato che vale, perché si è conquistato ogni singola presenza passando dalle qualificazioni. Niente wild card, niente scorciatoie, soltanto tanta fatica per questo ragazzo che tra qualche settimana compirà 27 anni.
Un ragazzo convinto – per dirla con il suo noto concittadino – che il meglio debba ancora venire. “Conosco Alexey da tempo, anche il suo gran passato – racconta – ci avevo già giocato una volta, quindi sapevo cosa aspettarmi e quello che avrei dovuto fare: proporre intensità, prendere il comando del gioco quando potevo, ed è stato così per lunghi tratti della partita. Ne sono molto contento“. Guerrieri fa parte di un’ampia categoria di giocatori, capaci di esprimere un gran livello, ma non sempre suffragato dai numeri. Per questo, talvolta, è costretto a fare scelte diverse come giocare i tornei Open per raccogliere risorse da investire nell’attività internazionale.
“Nel tennis attuale ci sono tante spese: con la mia classifica (attualmente è n. 573 ATP, ndr) devo giocare spesso i tornei ITF, laddove non è garantita l’ospitalità e dunque le spese sono maggiori rispetto ai Challenger. Tuttavia, sento di poter dare ancora tantissimo e di poter raggiungere l’alto livello. Un primo grande step sarebbe quello di raggiungere con costanza i tornei Challenger, perché darebbe una grossa mano sul piano economico“.
LA RICERCA DELLA CONTINUITÀ – Cresciuto al Circolo Tennis Correggio, laddove ha iniziato sui campi in cemento indoor (“Sono quelli su cui giocherei la partita della vita“), è poi transitato da Reggio Emilia prima di spostarsi a Foligno, presso la Tennis Training School, uno dei luoghi più cool del tennis italiano. Ad accompagnarlo a Bergamo c’è coach Riccardo Maiga, ticinese ex n. 695 ATP, che lo segue con grande passione anche durante i match. Segno che tutti credono in questo progetto.
“Sento di poter raggiungere un ottimo livello: io e i miei coach siamo sulla stessa lunghezza d’onda, dobbiamo farlo con costanza. Ho mostrato grandi cose, ma talvolta mi è mancata la continuità. Tuttavia, conto di poter fare un salto da un momento all’altro. Stiamo lavorando per questo, e sarò contento soltanto quando avrò raggiunto il massimo del mio potenziale. E io ritengo che sia molto alto“. In effetti Guerrieri è un giocatore regolare, completo, senza reali punti deboli. In virtù di questo, ci si domanda cosa faccia la differenza con chi staziona ai piani alti del ranking. Possibile che sia soltanto una questione di costanza? “Vorrei premettere che non sono scontento di me, perché nelle ultime 2-3 stagioni ho ottenuto buoni risultati. Non è stato solo qualche torneo a garantirmi questa classifica – racconta – da quello che ho visto, la differenza tra i top-100 e gli altri è la capacità di gestire i momenti importanti. Magari giochi alla pari fino al 5-5, ma in quel momento fanno la differenza. Sei vicino, ma loro riescono a mettere in campo le migliori giocate senza scricchiolare” conclude Guerrieri, che quest’anno ha vinto i suoi primi tornei professionistici, i tornei ITF di Lubiana e Offenbach, quest’ultimo un mese fa, segno che sta vivendo un buon periodo di forma. Contro Billy Harris andrà a caccia del secondo match vinto nel main draw di un Challenger dopo quello – curiosamente contro lo stesso avversario – ottenuto lo scorso anno a Francavilla al Mare.

MARTEDÌ ALL’ITALIANA: IN CAMPO DIECI AZZURRI – Ha passato le qualificazioni un altro azzurro, il toscano Michele Ribecai, bravo a battere lo spagnolo Callejon Hernando in due set molto combattuti. Grazie ai due qualificati, sale a dodici il numero di giocatori italiani nel tabellone principale. Nel primo pomeriggio di lunedì è giunta notizia del forfait di Marco Cecchinato: un problema al gomito destro ha impedito all’ex semifinalista del Roland Garros di essere presente a Bergamo.
Niente derby con Francesco Passaro, dunque, con il perugino che dunque esordirà proprio contro Ribecai. Martedì sarà un giorno strapieno di incontri, con ben dieci italiani in gara. Il clou sarà alle ore 20, con la sfida di Francesco Maestrelli (finalista in carica del “FAIP-Perrel”) al finlandese Emil Ruusuvuori, uno che soltanto due anni fa era al numero 37 ATP. Esordio anche per la testa di serie numero 1, il giapponese Shintaro Mochizuki, opposto a Federico Arnaboldi (entrato in tabellone come lucky loser). Impegnati anche Andrea Pellegrino, Fabio Andaloro e le wild card Lorenzo Sciahbasi, Fausto Tabacco e Pierluigi Basile. Sul Campo 1, il programma terminerà proprio con Guerrieri-Harris.
BIGLIETTI – All’ingresso del palazzetto, presso il Gate 4, si trova la biglietteria per acquistare i tagliandi per le varie sessioni. In alternativa, si possono acquistare online sulle piattaforme TicketOne e Clappit, i cui link diretti sono reperibili dal sito del torneo www.internazionalidibergamo.it. (Fonte: Internazionali di Bergamo Faip-Perrel)













