Un codice etico per l’Atalanta

625

uovaNell’Atalanta c’è chi fa le cose buone, leggasi Mariano Lazzarini con la sua linea di dolciumi griffati con i colori nerazzurri che rimpingua le proposte dello store da Carnevale a Pasqua, e chi fa le cose serie, con il direttore generale Pierpaolo Marino che fa sventolare il codice etico redatto dalla società e inserito nel più ampio e dettagliato articolo 231, modello di gestione racchiuso in un tomo da duemila pagine. Corto o lungo che sia il documento, pesa il suo contenuto. E in estrema sintesi, le regole per i tesserati dell’Atalanta sono rigorose quanto quelle dei cistercensi. Il centro sportivo di Zingonia non è un’abbazia, ma i fatti e le pene che hanno segnato il cammino della società nel biennio precedente il campionato 2013-2014 non lasciano dubbi sulla volontà di dettare le buone pratiche. Una forma di autotutela che sposa appieno l’etica dello sport e serve a fare muro contro qualsiasi vizio quando questo non sfocia addirittura in comportamento illecito. Le scommesse, oggigiorno, sono facili e sfuggono a qualsiasi controllo. Ne è coinvolto lo sport in generale e il calcio più di altre discipline. Marino sottolinea come, dalle parti dei mercati asiatici del web, si punti perfino sulle partite delle squadre Primavera. Contrastare il fenomeno del calcio scommesse non è semplice, ma partendo dal principio del rispetto dell’etica e della deontologia in casa propria, si mette un tassello importante nel grande mosaico del mondo del pallone. L’Atalanta, attraverso il suo direttore generale, rimanda un concetto fondamentale del calcio, vale a dire il suo valore sociale e il ruolo dei suoi protagonisti verso gli appassionati e i tifosi, in particolare le giovani generazioni che si identificano nei loro campioni e beniamini. Nel recente passato è successo che il comportamento antisportivo di qualcuno abbia ferito proprio la credibilità del calciatore e leso l’immagine della squadra. Chi è tesserato con l’Atalanta deve rispettare alle regole in campo e fuori. Parola di Pierpaolo Marino, che con Diego Fratus, collaboratore del presidente atalantino Antonio Percassi, ha elaborato il codice etico. Regole cristalline: divieto di frequentare le sale giochi e persone che sono nel giro delle scommesse, scommettere online, cimentarsi alle slot machine. Ciò non vale solo per i calciatori ma per tutti i dipendenti e collaboratori dell’Atalanta. Ci saranno esperti che monitoreranno la situazione a 360 gradi per chi dovesse contravvenire. Anche i rapporti con i tifosi sono sotto la lente della società. Un codice etico all’insegna della lealtà sportiva, della lotta alla violenza e al razzismo. D’ora in avanti sarà così. Ed è bene che sia così. L’opera di prevenzione è avviata. La società conta ancora fra i suoi tesserati Andrea Masiello, ex difensore del Bari che sta scontando una pena di 2 anni e mezzo per il calcio scommesse, tenuto a busta paga con il minimo sindacale. Di lui si riparlerà quando, nel gennaio 2015, sarà nella condizione potenziale di riprendere a giocare. Avrà pagato il suo debito e potrà costruire le premesse per reinserirsi nel mondo del calcio. Ma è tempo di carnevale e di quaresima. L’Atalanta sforna le sue cose buone. E ai dolci di casa Lazzarini affianca il salato dei suoi partner enogastronomici. Con l’augurio che a Pasqua si possa festeggiare in campo e fuori.

forbes