Angelo “Alì” Rottoli

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a cura della Redazione

Era il 21 febbraio 1985 quando il pugile
bergamasco Angelo Rottoli salì sul ring allestito
nel palazzetto dello sport di Bergamo per
contendere al portoricano Carlos De Leon il titolo
mondiale WBC dei pesi massimi leggeri.
Aveva tutti i numeri per conquistare la corona, ma
il destino beffardo era in agguato e una ferita
profonda, benché non gli impedisse di combattere,
impose all’arbitro di interrompere il match e
assegnare la vittoria all’avversario.
Lui che nel 1983, due anni dopo essere passato
professionista, si era laureato campione italiano
della categoria pesi massimi, si prese la rivincita
nel 1987 diventando campione intercontinentale
WBC dei massimi leggeri e l’anno successivo
campione europeo.
Perso il titolo continentale nel novembre 1989,
nell’aprile 1990 chiuse la carriera dopo 35
combattimenti: 29 vinti (15 per ko), 2 pareggiati e
3 persi.
Campione sul ring, cresciuto nel mito di Mohamed
Alì il cui nome lo ha accompagnato negli anni di
boxer e anche dopo, Angelo Rottoli è stato un
personaggio poliedrico e vivace, amante della vita
nei luoghi di ritrovo e aggregazione, quanto
espansivo e generoso nell’impegno sociale.
Pensava di avere sostenuto l’ultimo combattimento
30 anni fa, invece gli si è presentato un avversario
subdolo e invisibile, impossibile da prendere a
pugni, che lo ha fatto volare via a soli 61 anni.
Egidio Bugada, il suo primo maestro, lo considera
come un figlio, fedele al suo modo di essere che lo
ha fatto amare dalla gente. Angelo Rottoli ha
acceso la passione per il pugilato anche in Omar
Gentile, che all’indomani del combattimento per il
titolo mondiale è stato portato in palestra ancora
15enne dal campione di Ponte San Pietro. “Non ho
mai combattuto, ma grazie a lui sono diventato
dirigente, prima di Bergamo Boxe dal 2000 al 2006
e, dopo un biennio da delegato provinciale, per un
quadriennio olimpico presidente regionale
federazione pugilistica. Credo che Rottoli abbia
sdoganato la boxe a Bergamo, interpretando la
disciplina nel segno del suo mito Alì.
Esteticamente bello a vederlo combattere, fuori dal
ring era capace di stare tra la gente e farsi
apprezzare per le doti umane”. L’ex pugile Luca
Messi aveva ricevuto i complimenti da Angelo
Rottoli per il match sostenuto nel 2005 a Chicago
per il titolo mondiale dei medi junior, da cui uscì
sconfitto. “Con lui si parlava ore intere. Era un
narratore instancabile, con un’infinità di aneddoti”.

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