Atalanta presa per mano da Floccari

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ColaLa Lazio si dà una mano da sola per battere l’Atalanta. Demerito, non merito, di Sergio Floccari, il quale a dispetto del fairplay e del suo passato bergamasco, sblocca il risultato smorzando nettamente con il braccio il pallone rimbalzato sulla traversa prima di mettere alle spalle di Consigli. Accade a metà del secondo tempo, sotto gli occhi di arbitro e giudice di porta che non vedono o, se vedono, giudica il gesto ininfluente. Lecito chiedersi se le regole fondamentali del calcio siano cambiate e il tocco di mano o braccio, determinante nell’azione contestata, possa essere considerato involontario. Sta di fatto che il gol, chiaramente irregolare, altera l’andamento della partita e mette in ginocchio l’Atalanta, fino a quel momento impeccabile nella fase di contenimento dopo aver ben diretto e controllato i primi 45’ di gioco. Un tentativo azzardato di Brivio con un colpo di testa a volo d’angelo si trasforma a meno di un quarto d’ora dalla fine nel più spettacolare degli autogol e da quel momento non c’è più storia. Anche perché si deve mettere in conto l’espulsione per doppia ammonizione di Carmona. La traversa centrata su calcio di punizione da Hernanes serve solo a confermare la forza e pericolosità della Lazio (ora a -3 dalla Juventus) che proprio per questo non ha bisogno di aiuti per fare la differenza. L’episodio contestato indispettisce oltre misura Stefano Colantuono, fresco del prolungamento di contratto che lo lega all’Atalanta fino al 2016, che taglia in modo alquanto amaro il traguardo della centesima panchina nella seconda avventura nerazzurra (80 quelle maturate in precedenza tra 2006 e 2007). Allo stadio Olimpico va in campo una buona Atalanta, che nel primo tempo non solo regge il confronto ma prende decisamente l’iniziativa. Peccato che il suo attacco resti asfittico, uno dei più sterili della serie A.

La gara segna l’esordio in maglia nerazzurra dei neoacquisti Canini, schierato al centro della difesa con Stendardo e autore di una prestazione di alto rendimento, e Giorgi, anche per lui buon impatto, a destra nel trio di centrocampo con Cigarini perno centrale e Carmona a sinistra, nello schieramento ad albero di Natale (4-3-2-1) con Moralez e Bonaventura liberi di agire alle spalle di Denis. Raimondi e Brivio le scelte scontate per le fasce difensive e Consigli tra i pali completano l’undici di Colantuono. La Lazio, squadra pratica e forte di eccellenti individualità, reduce da 13 risultati utili (nove vittorie e quattro pareggi) non tradisce le sue caratteristiche offensive e la grande capacità di copertura del 4-1-4-1 disegnato da Petkovic. Tra i pali recupero in extremis del portiere Marchetti, davanti al quale agiscono Biava e Ciani centrali e Konko e Radu sulle fasce; Ledesma è davanti alla difesa, mentre la linea è composta da Candreva, Hernanes, Lulic e Mauri, con Klose in posizione avanzata. La svolta del match è determinata dall’ingresso in campo, a inizio di ripresa, di Cana e Floccari al posto di Lulic e Candreva. La Lazio cambia volto e diventa più efficace, benché l’Atalanta regga bene il confronto con la seconda in classifica. Un salvataggio sulla linea di porta operato da Carmona al 19’ del secondo tempo è il segnale evidente che la spinta offensiva laziale comincia farsi pericolosa. Poi Floccari ci mette il braccino, rompendo scorrettamente l’equilibrio. Ma l’evidenza, quanto le proteste, sono inutili. Resta il rammarico, ma anche la consapevolezza che l’Atalanta ha bisogno di segnare, e non solo con Denis, e riprendere a fare risultato fuori casa, dopo le cinque sconfitte consecutive.

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(foto: atalanta.it)