Bolt, il re dei 200, raddoppia

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Bolt 200Catch Me If You Can. Prova a prendermi recitava il titolo del film diretto da Steven Spielberg e interpretato da Leonardo Di Caprio. Titolo quanto mai adatto alla finale dei 200 metri al campionato del mondo di atletica di Pechino, dove Bolt ha dominato imponendosi d’autorità con l’eloquente tempo di 19″55 e lasciando sempre alle spalle il rivale Gatlin. Eterno secondo in questa kermesse iridata dove pensava di spodestare il re della velocità e si è ritrovato a fare da sparring partner. Il 19″74 fatto segnare dall’americano è sempre un tempo di tutto prestigio, ma di certo si ridimensiona al cospetto dell’atleta giamaicano che avanza con le sue proverbiali falcate a dispetto dei problemi che lo hanno afflitto nel corso della stagione. Ciò che non manca nel copione di Bolt è l’eccezionale sicurezza con cui si lancia su quello che una volta si chiamava filo di lana, avendo il tempo di gesticolare per indicare la riconferma della sua autorità sulla distanza corsa. Per Bolt è la quarta medaglia d’oro consecutiva ai mondiali sui 200 metri, la decima in assoluto nelle rassegne iridate. Un dominio assoluto e indiscutibile, stavolta tanto più marcato se si tiene conto che Galtin è partito in quarta corsia e Bolt in sesta. L’unica sorpresa della corsa è il terzo posto conquistato dal sudafricano Anaso Jobodwana, con 19”87. I festeggiamenti, però, potevano finire male, perché un cameraman cinese, su un trabiccolo a due ruote chiamato segway, è caduto travolgendo Usain Bolt, finito letteralmente gambe all’aria e sollevato dalle caviglie. La botta ai polpacci, ma nulla di grave. Una capriola e subito in piedi per continuare il giro d’onore nel nido di Pechino.

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