Capitan Uncino da Adro a Lovere

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a cura della redazione

Nell’immaginario collettivo che cosa c’è di più spietato e crudele di un pirata, magari con una benda sull’occhio e, perché no, un uncino al posto di una mano? Arrembaggi, saccheggi, impiccagioni… E poi quel vessillo nero, col teschio e le tibie incrociate! Può tutto questo diventare spunto per un progetto che coinvolga ragazzi e ragazze della scuola secondaria di primo grado?

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È la sfida che l’Unione Italiana Sport Per tutti (UISP) e la Fondazione Vodafone hanno lanciato, insieme ad altre cinque scuole della penisola italiana (di Venezia, Civitavecchia, Fano, Salerno e Porto Cesareo/Gallipoli), anche alla Madonna della Neve di Adro (l’unica che non si affaccia sul mare; però c’è il lago!).

Il progetto si ispira al mondo della filibusta, dove vigeva un accordo di mutua collaborazione tra i membri dell’equipaggio. E dove quelli con disabilità – tra gambe di legno, bende sugli occhi e uncini – avevano ruoli e collocazioni utili a bordo, in totale e perfetta collaborazione con i pirati senza disabilità.

Il cuore del progetto “Capitan Uncino: in mare aperto per tutte le abilità” è stata la costruzione di una vera barca a vela, assemblata e rifinita, sotto la guida di esperti maestri d’ascia, da una ciurma di 30 alunne e alunni della scuola.

Una ciurma fatta come il Codice della Filibusta comanda, col capitano, il nocchiere, il quartiermastro, il nostromo, giù giù fino al mozzo. E poi, tutt’attorno gli altri compagni delle varie classi, a progettare e realizzare lo stendardo, l’inno, i vari oggetti di bordo che distinguono chi va per mare da chi resta all’asciutto.

Il lavoro, partito l’anno scorso sotto la guida del prof. Roberto Guarneri e interrotto troppo spesso dalla “tempesta” della pandemia, è arrivato alla conclusione.

Sabato 12 giugno, nel porto turistico di Lovere, si è svolta la cerimonia del varo della barca, con mini-regate per i giovani marinai. Come in ogni varo che si rispetti, erano presenti le autorità della scuola e i rappresentanti delle realtà promotrici coinvolte. A presentare il progetto è stato chiamato il velista Danilo Ragni, istruttore dell’Associazione Velica Alto Sebino di Lovere. Una ciurma di 30 alunne e alunni delle medie, sotto la guida dei cosiddetti maestri d’ascia, hanno partecipato alla costruzione della barca. A ognuno un ruolo, dal capitano al mozzo. Nei cuori di ognuno grande orgoglio di avere messo in acqua l’unica barca lacustre del Progetto Capitan Unico, con la sua finalità di inclusione.