Champions: Inter, beffa al 93’ a Marsiglia, continua la serie negativa

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L’epilogo del match tra Marsiglia e Inter è sintomatico del periodo negativo attraversato dai nerazzurri. Fosse finita pari e patta, senza reti e con pochi sussulti, il commento generale sarebbe stato magnanimo nei confronti della squadra di Ranieri, schierata tatticamente alla meno peggio con l’obiettivo di provare a colpire l’avversario in contropiede. Invece così non è. Perché le energie fisiche e mentali si sono esaurite quando mancava un quarto d’ora al 90esimo e nei tre minuti di recupero in più di un nerazzurro le pile erano visibilmente scariche. Succede che nell’ultima azione, su corner da sinistra, Chivu si perda Andrè Ayew, che dopo averci provato un paio di volte di testa, ha la libertà di incornare da due metri e far esplodere il Velodrome di Marsiglia. L’Inter, affidata all’estro di Sneijder, non gira e sulla fasce mancano gli affondi di Maicon, infortunatosi al ginocchio, e capitan Zanetti, che si prodiga nei recuperi ed è sempre tra i migliori, mentre Chivu non va oltre la trequarti. Che dire, poi, degli attaccanti? Forlan sta recuperando, ci mette la corsa, ma quando dopo 10’, Cambiasso lo mette a tu per tu con la porta marsigliese, l’uruguagio opta per il tocco felpato che il portiere Mandanda, scuola africana, riesce a smanacciare oltre la traversa. Sarebbe stata partita diversa, ma tant’è. Sempre il centrocampista argentino scavalca la difesa francese e dal fondo fornisce l’assist giusto a Zarate, che tira di piatto e centrale. Per il resto Zarate non ha mai saltato Azpilicueta, difensore esterno destro che, dopo essere finito nel taccuino del ct spagnolo e in predicato di far parte della vittoriosa spedizione in Sudafrica, è diventato anche una preoccupazione di Ranieri perché dalla sua parte non si passa. Lo 0-1 è rimediabile, non da questa Inter, che nella gara di ritorno dovrà attaccare con giudizio, evitando di esporsi al contropiede innescato dalle aperture di Valbuena e dall’estro di Brandao, punta centrale in grado di fare molto meglio di quanto vista nella gara di andata.

Ciò che maggiormente preoccupa nell’Inter è l’effetto psicologico del gol, arrivato alla fine della tenzone e con i giocatori a braccia in giù. Gli unici a reagire al contraccolpo, ovvero a dolersene con rabbia, sono apparsi gli argentini e l’instancabile Stankovic. Peraltro i numeri dei nerazzurri in versione post-derby (quello vinto contro il Milan) sono impietosi: quattro sconfitte consecutive, perse anche le ultime quattro trasferte, in gol sono una volta nelle ultime sette partite (quaterna di Milito nel pareggio con il Palermo), sedici reti subite che hanno significato sei ko e il già ricordato pareggio casalingo contro Miccoli e compagni.

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