Donne da medaglia

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grenotAncora una volta l’atletica femminile italiana regala medaglie e traguardi pregiati. Libania Grenot, azzurra nata a Santiago di Cuba il 12 luglio 1983, diventa campionessa europea dei 400 metri. Valeria Straneo è d’argento nella maratona. La rassegna continentale di Zurigo non ci vede pellegrini per merito loro. La panterita Libania Grenot regala all’Italia la prima storica medaglia d’oro nei 400 metri femminili (mai prima d’ora un’azzurra era salita sul gradino più alto del podio in questa specialità, è il 37esimo titolo europeo per l’Italia nella storia), grazie ad un giro coraggioso ed arrembante. Trecento metri senza respiro, il cuore in gola, per spuntare davanti a tutte, in testa, elegante nell’incedere, verso quel traguardo, convinta fin dall’inizio dell’estate di andare a prendersi l’oro europeo. Grenot chiude con il tempo di 51.10; alle sue spalle l’ucraina Olha Zemlyak con 51.36 e la spagnola Indira Terrero, 51.38, bronzo. Libania Grenot si veste di tricolore e posa per i fotografi mimando il graffio della panterita, lei che ha un personale di 50″30, record nazionale firmato nel 2009, ma sente di valere meno di 50″ e poter guardare con fiducia ai Mondiali di Pechino del 2015 e all’Olimpiade di Rio 2016.
La maratona regala all’Italia la seconda medaglia dei Campionati Europei di Zurigo. E’ l’argento di Valeria Straneo, seconda al termine di una corsa da protagonista assoluta, sempre in testa, come avvenne nel 2013 ai Mondiali di Mosca. Questa volta a superare l’italiana è la francese Christelle Daunay (2h25:14), andata via a due chilometri dal traguardo. Il crono della Straneo è appesantito di 13 secondi rispetto alla vincitrice (2h25:27), mentre il bronzo va alla portoghese Jessica Augusto (2h25:41). Anna Incerti è splendida sesta (2h29:58), ed il dodicesimo posto di Nadia Ejjafini (2h32:34) consente all’Italia di confermarsi sul podio a squadre di Coppa Europa, quattro anni dopo Barcellona. Completano lo score azzurro Emma Quaglia (14esima in 2h32:45), Deborah Toniolo (sedicesima in 2h33:02). Valeria Straneo merita l’applauso, perché ancora una volta ha fatto la gara, decidendone ritmi e strategie. Come ai mondiali di Mosca, la Straneo è superata nel finale, ma si conferma atleta di spessore mondiale assoluto.
(fonte: fidal)

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