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Gasperini vs Klopp

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25/09/2019.ROMA-ATALANTA. GASPERINI.SILPRESS

Simone Fornoni

I Globe Soccer Awards di Dubai, sottoposti al voto della rete, non fanno i conti in tasca aalle bacheche. Gian Piero Gasperini sgomita con Jürgen Klopp per il titolo di Coach of the Year 2020. Le idee fanno premio su titoli nazionali e coppe. Ecco perché chi indica all’Atalanta orizzonti inesplorati si batte con chi ha la potenza economica per mietere sempre i raccolti dopo la semina: il campione d’Europa col Bayern Hans-Dieter Flick, Thomas Tuchel che ha portato il PSG in finale a Lisbona prendendo la rincorsa dal quarto vinto coi bergamaschi e Julen Lopetegui del Siviglia, vincitore dell’Europa League a discapito dell’Inter.

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Il piemontese tosto dagli ordini a voce soffiata e l’ex artefice del Borussia Dortmund che gioca semplice e rincasa zaino in spalla. Il 3-4-1-2 contro il 4-3-3 a punte mobili, con Momo Salah più suggeritore e Diogo Jota finalizzatore da tris nella cinquina, partiti però dalla panchina nella rivincita. La seconda sfida nel Gruppo D ha invertito i ruoli di chi insegna e di chi siede al banco. Il pressing asfissiante per battere il gegenpressing. L’attacco al portatore di palla vittorioso sull’immediata pressione una volta persa. Il trionfo ad Anfield Road è figlio dell’incisività a due fasi degli esterni e di Matteo Pessina, il trequartista tattico, palleggiatore senza licenza d’inventare perché ci pensano Josip Ilicic e il Papu Gomez, piazzato a uomo nella zona per francobollare la fonte di gioco, mercoledì 25 Georginio Wjinaldum. Il neo azzurrato che fa ombra all’affermato nazionale Oranje per spegnergli il sole. Unica concessione, il possesso, 55 % a 45 per gli sconfitti.

La strategia del Profeta di Grugliasco? “Con un centrocampo denso anche la difesa è più sicura e rischia meno”. Il ’97 tra le linee, voce in capitolo nel fraseggio delle grandi manovre, ha fatto l’elastico retrocedendo ad argine di fronte al cucitore di gioco altrui. Remo Freuler era su Curtis Jones, Marten de Roon su James Milner. Ognuno presidia una zolla da cui muoversi. Sulla sua, Robin Gosens s’è mangiato l’imberbe Neco Williams, liberando a mancina per i due cross decisivi il Papu Gomez, seconda punta nominale, per poi tagliare per il raddoppio. Hans Hateboer ha fatto lo stesso con Konstantinos Tsimikas, bruciandolo per la sponda del bis. I terzini hanno dovuto badare a due punte larghe, privi di contromisure su chi sfrecciava. San Giuseppe, il miracolista del gol ritrovato, ha ringraziato col cinquantesimo in spaccata, mentre il Gasp battezzava la sua duecentesima panchina. Da Maestro, da Globe Soccer Awards.