“Il calcio fermi la strage dei randagi in Ucraina”

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Manca poco più di un mese all’inizio degli Europei di Calcio ed è doveroso tornare ad occuparsi di un argomento che ci sta particolarmente a cuore e che oggi a visto riunirsi nella capitale migliaia di manifestanti umani e “canini” in un corteo pacifico volto a sensibilizzare la popolazione sulle gravi atrocità perpetrate in Ucraina ai danni dei cani per rendere “pulito” il paese in vista dell’evento calcistico. Malgrado sia ormai troppo tardi per salvare la vita delle decine di migliaia di cani già massacrati e uccisi negli scorsi mesi, non cessa il tentativo di fermare questa scandalosa mattanza. Se da principio l’accaduto era stato ignorato dalla gran parte dei media, nell’ultimo periodo va invece registrato un incremento di interesse da parte di sportivi professionisti, personaggi dello spettacolo, esponenti politici, media e popolazione al peroramento di questa causa che continua a commuovere e a turbare la coscienza di tutti noi. Sono state molte le dimostrazioni pratiche a partire dai numerosi striscioni esposti negli stadi dai tifosi di differenti credi calcistici ma uniti dalla necessità di dire basta a questi atti ingiusti ed efferati, abbiamo visto i calciatori della Sampdoria indossare  t-shirt con messaggi di protesta e Stefano Sorrentino, portiere del Chievo, utilizzare le telecamere in diretta durante il prepartita per mostrare a tutti gli appassionati di calcio un foglio con la scritta “stop al massacro di cani per gli europei in Ucraina 2012”, questi sono solo alcuni esempi ma sono moltissimi gli sportivi che hanno voluto utilizzare la loro immagine e la loro visibilità per manifestare tutto il loro sgomento per quanto è accaduto e sta ancora accadendo in un paese considerato “civile”.

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Alla manifestazione di oggi tra le varie celebrità era presente Giorgio Panariello che ha commentato l’accaduto con queste parole “ Mi sembrava un ottimo motivo per scendere in piazza e far capire alla gente che sta succedendo qualcosa di incivile in un mondo civile” e alla domanda “cosa si può fare?” ha risposto “Possibilmente non guardare gli europei di calcio, se continua questa mattanza. Questo è quello che possiamo fare nel nostro piccolo. La coscienza di ognuno che ci guarda dirà la sua”. Molto forti anche le parole di Alessandro Cochi  delegato alle Politiche sportive di Roma Capitale che durante la manifestazione ha dichiarato “Non è degno di un paese civile, che è inserito nella comunità europea e che organizza un così importante evento sportivo come gli europei di calcio, non rispettare i diritti degli animali e neanche i diritti civili. Sul problema del massacro dei cani randagi che si sta compiendo in Ucraina è necessario un intervento del Coni, della Figc, delle società di calcio di serie A, ma soprattutto un azione della Uefa per verificare se i fondi stanziati per risolvere il problema del randagismo siano arrivati e come le municipalità ucraine li stanno utilizzando. Su questo c’è qualcosa di misterioso e poco chiaro.” La manifestazione promossa dalla Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiante ha realizzato uno slogan che riecheggiava a suon di marcia sulle strade di Roma “Il calcio fermi la strage dei randagi in Ucraina” questo il messaggio e l’appello di speranza che tutti noi rivolgiamo alle autorità competenti. Voglio chiudere questo articolo con il commento di Marco, che non è un calciatore, non è un politico,ne una celebrità ma solo un bimbo di 7 anni con in braccio il suo cagnolino che davanti al microfono di un giornalista che gli chiedeva “perchè sei qui?” ha risposto sfregandosi gli occhi “perchè io al calcio non ci gioco col pallone sporco di sangue” queste semplici parole che hanno commosso e risvegliato migliaia di persone ci ricordano che ci sono valori più importanti di un gioco e lo sport, anche quello internazionale, non dovrebbe mai dimenticarsene.

(commento di Ester Alessi)