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Imbrigliati dal Grifone

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Eugenio Sorrentino

Ci sono partite che prendono una piega tale per cui o trovi il jolly o non la sblocchi. Di zero a zero come quello maturato al Gewiss Stadium con un Genoa quantomai operaio, come quello messo in campo da Ballardini, ne sono piene le cronache sportive. E l’Atalanta ha impattato sul muro rossoblù perdendo l’occasione di ottenere i tre punti che le avrebbero permesso di agganciare la zona Champions della classifica. Opportunità, sperabilmente, solo rimandata perché il pareggio a reti bianche è arrivato alla vigilia della partita di recupero con l’Udinese. La striscia positiva è salva, ma sono sempre due punti persi nella risalita verso le posizioni di vertice. I rossoblù si sono rivelati avversario ostico per l’Atalanta che non è riuscita ad averne ragione, anche perché l’attacco è stato meno incisivo del solito e l’argine difensivo dei liguri si è rivelato invalicabile. Partita dai due volti, certamente più equilibrata nel primo tempo quando l’Atalanta corre più rischi del Genoa, che si rende pericoloso in due occasioni, sempre con l’uzbeko Shomùrodov, nella seconda delle quali risulta decisivo Gollini con una delle sue portentose parate. Il portiere atalantino è rimasto praticamente in campo da spettatore nella ripresa, quando la squadra di Ballardini si è preoccupata solo di difendere, costretta da arroccarsi. L’occasione più ghiotta è capitata al 20’ del secondo tempo a Hateboer che una bordata di destra ha colpito l’esterno del palo. L’ingresso di Muriel e Miranchuk ha vivacizzato la manovra, ma non ha permesso di trovare varchi nel muro difensivo dei Grifoni. Gasperini sperava che il colombiano, partito dalla panchina, si rivelasse ancora una volta arma letale, ma così non è stato. Buono l’impatto del russo, ma è mancato il piglio decisivo sottomisura. Sottotono, invece, Malinovskyi, asserragliato sulla trequarti dalla pressione in marcatura e impattato spesso nel blocco fisico degli avversari. Dopo la parentesi di coppa Italia, l’Atalanta si è ripresentata in campionato con l’assetto abituale. Gollini tra i pali, Palomino subentrato a Romero nel ruolo di centrale difensivo con Toloi e Djimsiti a completare il reparto. De Roon e Freuler tornati a formare la coppia mediana con Hateboer e Gosens sulle fasce. In avanti Ilicic e Zapata con Malinovskyi a supporto. Il “professore” è stato fermato più con le cattive che con le buone, ma ha dato tutto. E De Roon si confema solido perno a centrocampo, in fase di impostazione e copertura, e Freuler un motore inesauribile. Si riparta dalle buone notizie. Come sempre.

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