Inaugurata l’Accademia Mino Favini

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L’Atalanta Bergamasca Calcio ha inaugurato nel Centro Sportivo Bortolotti la struttura che ospita l’Accademia Mino Favini, la cui intitolazione riflette il valore di pietra miliare attribuito al manager e talent-scout al quale si deve lo sviluppo di uno dei più importanti settori giovanili del calcio europeo. Una giornata importante nella storia della società in funzione dei programmi che riguardano non solo la valorizzazione dei talenti ma più in generale la crescita delle leve in una chiave di merito non solo legato alla tecnica individuale, ma anche e soprattutto alle qualità personale come il rispetto delle regole, il senso di appartenenza e lo spirito di gruppo. Antonio Percassi ha ricordato come, alla sua prima esperienza da presidente dell’Atalanta agli inizi degli anni ’90, volle portare a Bergamo il migliore conoscitore del mondo giovanile calcistico. Gli fu indicato, non a caso, Mino Favini, che ha dimorato nel centro sportivo di Zingonia fino a quando il testimone è passato a Maurizio Costanzi. “Un onore e un onere portare avanti il percorso avviato da Favini – dice l’attuale responsabile del settore giovanile atalantino – Ogni giorno facciamo riferimento ai suoi dettami”. Giancarlo Finardi è colui che ha affiancato Favini più di ogni altro. Tutti avevano e continuano a manifestare grande rispetto e riconoscenza per l’uomo che aveva il pregio di modellare i calciatori dal punto di vista tecnico e umano.

Gian Piero Gasperini ha conosciuto Favini al primo anno sulla panchina dell’Atalanta. “Ogni incontro personale era una lezione di calcio, non solo sotto l’aspetto tecnico ma anche comportamentale, che significava avere rispetto e personalità. Una scuola di calcio e di vita”.

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Luca Percassi, amministratore delegato dell’Atalanta, è stato un prodotto del settore giovanile nerazzurro, cresciuto da Favini. “La sua lezione mi ha accompagnato nella vita lavorativa e professionale. Le vittorie gratificano, ma le soddisfazioni migliori arrivano dal comportamento dei piccoli calciatori, dal vedere che il suo insegnamento viene applicato puntualmente, ogni giorno”. E Roberto Selini, legatissimo al Mago di Meda come veniva ribattezzato Favini, ricorda quanta soddisfazione egli provava quando uno dei suoi ragazzi sottoscriveva il contratto con la società.

Demetrio Albertini, responsabile tecnico del settore giovanile Figc, ritiene l’Atalanta un punto di riferimento, lo è stata con Favini, lo è con Costanzi. “Per lui era importante costruire il senso di appartenenza. A Mino Favini – dice Albertini – abbiamo dedicato un premio destinato al migliore responsabile di settore giovanile”. Albertini chiosa definendo Favini “un papà che insegnato tantissimo, un esempio di grande professionalità e umanità, che ha dato vita a una cantera tra le più prolifiche a livello europeo”.

Mino Favini è un ricordo che si fa presente. A celebrarlo ci sono Gianpaolo Bellini, vice allenatore della Primavera, Vittorio Bosio, presidente nazionale CSI, Cristina Bombassei, il cui premio Brembo dedicato ai giovani e giovanissimi dell’Atalanta valorizza merito calcistico e scolastico e il fairplay in campo. Alla scopertura della targa ci sono i figli di Favini, Stefano e Giorgio, e la nipote Francesca. “L’accademia è una realtù proiettata nel futuro e con radici solide nel passato – sottolinea Stefano Favini.

E non finisce qui – annuncia Antonio Percassi. All’orizzonte nuovi e importanti investimenti.