L’altra partita: l’ansia dell’asterisco

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Alcune classifiche vengono mostrate con il numero di partite giocate, alcune con uno o due asterischi per indicare le partite in meno. L’ansia dell’asterisco è quella che stiamo vivendo con due prima e uno dopo questa sera. Ciò è dovuto in primo luogo al sorpasso da parte della Juventus, che potenzialmente sarebbe raggiungibile e con i risultati degli scontri diretti vedrebbe l’Atalanta comunque avanti. Ma l’asterisco ha lo stesso significato del “se”. E sappiamo che con i “se” e i “ma” da nessuna parte si va.
Ovviamente per sanare questa lacuna serve continuare a tenere il passo dei bianconeri, e il recupero con il Torino toglierà finalmente quel fastidioso asterisco dalla lettura della classifica. Nel frattempo l’incontro di questa sera è stato l’ansiolitico migliore. Quantomeno una bella tisana tonificante.
La prima da americana in casa l’Atalanta l’ha giocata contro una squadra che nel recente passato le ha fatto anche qualche dispetto. Nelle fila della Sampdoria giocano professionisti di lungo corso e giovani di belle speranze. Certo questa stagione è nata storta e prosegue anche peggio, e a un certo punto durante la partita con gli astanti in tribuna ci si è guardati domandandoci se davvero è stata l’Atalanta così forte oppure l’avversario fosse poca cosa. Lo stesso allenatore, Gianpaolo a fine partita ha chiarito alla stampa la prima ipotesi. Precisamente a un giornalista di una testata genovese, per farla breve ed evitare fraintendimenti.
Arrivare con qualche minuto di anticipo allo stadio consente di osservare situazioni interessanti. Anzitutto l’incontro a bordo campo fra i dirigenti e tecnici delle due squadre. Fra Atalanta e Sampdoria ci sono stati tanti passaggi che i colloqui fra Sartori, Osti e Marino con altri, contribuiscono a creare un ambiente rilassato.

C’era l’attesa che Malinowskyi facesse parte dell’incontro ma durante il riscaldamento a un certo punto ha richiamato l’attenzione di Gritti e gli ha indicato il polpaccio. Poi si è rimesso a fare qualche movimento. Ma un paio di minuti dopo è andato negli spogliatoi. Una piccola delusione per i tifosi che erano pronti ad intonare un coro per lui.
Lo stadio però ha avuto l’occasione di raccogliersi attorno all’altro protagonista del momento, Aleksey Miranchuk, che dopo aver fatto uno splendido goal ha timidamente raccolto l’abbraccio di tutta la squadra. E tutto lo stadio ha calorosamente urlato il suo nome su invito dello speaker. Una dimostrazione di grande maturità e consapevolezza da parte di tutti i presenti.
Una partita quasi scivolata via più veloce del tempo che ha impiegato. In ordine con la Curva Sud che ha organizzato un bellissimo ringraziamento ai volontari nel periodo Covid, e che ha accompagnato con perfetta sincronia tutti i cori che sono stati intonati in Curva Pisani.

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Lasciare lo stadio così soddisfatti, in ordine e silenzio di lunedì sera aiuta a ridurre un po’ di quell’ansia dell’asterisco che si spera finisca presto col recupero contro il Torino.