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Maestri di sci fermi al palo

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Federica Sorrentino

Scuole di sci ferme al palo, anzi ai paletti, dopo un’estate trascorsa a preparare le condizioni per gestire in sicurezza l’attività sulle piste. Abbiamo scelto di analizzare la situazione del comprensorio Monte Pora, dove operano un centinaio di maestri di sci, 43 dei quali appartenente alla scuola Play, diretta da Ennio Frigeni.

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“Abbiamo chiuso la passata stagione agli inizi del mese di marzo 2020, rinunciando a oltre un mese di lavoro. Si tenga conto che l’attività delle scuole di sci dei comprensori delle prealpi orobiche si concentra in 4 mesi. Eravamo convinti di poter ripartire, invece è stato fermato tutto e non c’è alcuna chiara indicazione, né certezza sulla riapertura. Da escludere, a questo punto, che la data possa essere il 7 gennaio ed è probabile che si slitti a fine gennaio. La nostra scuola sci, al pari delle altre, si era già strutturata in modo da poter applicare tutte le misure anti-Covid, affrontando anche un investimento economico. Per di più, non abbiamo diritto a ristoro e non sappiamo se potremo iniziare”.

Le scuole di sci sono in grado di assicurare le norme sul distanziamento?

“Le linee guida da noi adottate sono molto rigorose. La nostra attività si svolge all’aria aperta, con un maestro ogni 3 o 4 bambini, con la dotazione di casco, maschera e guanti. Condizioni che allontanano il rischio di contagio. Se si temono assembramenti agli impianti di risalita, e noi non abbiamo funivia o cabinovia, basterebbe impartire delle direttive e verificare che vengano correttamente applicate e rispettate”.

Quali conseguenze comporta iniziare a stagione invernale inoltrata?

“Le nostre località sciistiche sono frequentate da gente che arriva e riparte in giornata, per cui, quando à in vigore la zona arancione, non sarebbe consentito. Ad oggi, abbiamo 600 bambini iscritti ai nostri corsi. Senza la certezza di una data d’inizio ci sono difficoltà organizzative, sia da parte nostra che delle famiglie. Si tenga conto che ci sono figure, come i direttori delle scuole, che vivono di questo”.

Come vede il futuro di questa stagione?

“Se la ripartenza deve essere soggetta a ulteriori limitazioni, nutro molti dubbi. Dietro la scuola di sci c’è il mondo della montagna con i suoi servizi indispensabili e le relative attività economiche. Si pensi a quanta attenzione è richiesta per il noleggio delle attrezzature, che devono essere sanificate preventivamente. Pure non condividendo l’idea di chiudere la montagna, abbiamo deciso di essere ligi, evitando di ricorrere al tesseramento per trattare gli allievi come atleti di interesse nazionale”.