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Marina Brunello regina degli scacchi

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Federica Sorrentino

Seicento milioni le persone che nel mondo giocano a scacchi, un numero da fare invidia a tante discipline sportive. Un gioco di strategia che impegna cervello e fisico, che in tanti vorrebbero inserito nel calendario olimpico. E mentre la popolarità degli scacchi sale grazie a una fortunata miniserie televisiva, TerzoTempoSportMagazine ha deciso di incontrare la vera, regina incontrastata di questa disciplina. Marina Brunello, bergamasca, 26 anni e una laurea in psicologia. Vive a Padova, ma indossa i colori della Caissa Italia Pentole Agnelli, che negli ultimi anni ha dominato il Campionato Italiano a Squadre Femminile di Scacchi. Campionessa nazionale a 14 anni e 2 mesi, a 21 prima italiana a diventare Grande maestra, nel 2019 è stata la prima a conquistare anche il titolo di Maestro internazionale.

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Marina, a quale tipo di allenamento si sottopone uno scacchista per prepararsi alle sfide?

Di solito mi alleno circa trenta ore a settimana. Cerco, inoltre, di andare a correre e il mercoledì gioco a calcetto con gli amici. Si è portati a ritenere che gli scacchi siano un’attività statica. In realtà la preparazione fisica è importante, perché una partita dura di media quattro ore e un torneo 10 giorni con una partita al giorno, quindi anche la resistenza fisica produce il suo effetto”.

Quale caratteristica deve avere un giocatore di scacchi per ambire alle competizioni?

Innanzitutto, deve essere molto appassionato al gioco, senza la passione non si va da nessuna parte, perché è comunque richiesto uno studio e un continuo allenamento, mentale e fisico come dicevo. Gli scacchi entrano a fare del proprio Dna, se non piacciono, l’allenamento alla scacchiera diventa una tortura”.

Unica donna ammessa al campionato italiano assoluto, con una prestazione non da poco: ha pareggiato con chi poi è risultato vincitore e battuto il campione uscente. Eppure, le praticanti sono meno del 10 per cento degli iscritti alla federazione. Quale invito sente di rivolgere al mondo femminile perché si avvicini al mondo degli scacchi?

Per quanto a livello culturale gli scacchi siano considerati uno sport maschile, ho decisamente dimostrato che anche le donne possono tranquillamente competere e non c’è nessun problema nel confrontarsi. Il movimento femminile italiano sta progredendo molto e ne sono decisamente felice. Invito tutte le ragazze a provare a mettersi in gioco, e se il gioco piace suggerisco di continuare. Se non sarà un successo, pazienza, ma sarà stato importante averci provato”.