Martina Caironi argento vivo

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Eugenio Sorrentino

Martina Caironi ha regalato ancora una volta una splendida immagine di sé e dell’atletica paralimpica, condividendo il podio tutto azzurro dei 100 metri T63 con Ambra Sabatini, alla quale ha ceduto lo scettro a cinque cerchi, e Monica Contraffatto, che ha confermato il bronzo di cinque anni fa. Un secondo posto da regina e campionessa assoluta, che la consacra come se avesse vinto l’oro, perché l’impresa delle tre discende proprio dall’esempio che l’atleta bergamasca ha saputo dare nell’ultimo decennio. A lei si sono ispirate la soldatessa 40enne Monica Contraffatto, che l’ha vista trionfare a Londra dopo aver perso una gamba durante la missione militare in Afghanistan , e la giovanissima Ambra Sabatini, sbocciata in un lampo e già diventata la più veloce in assoluto della sua categoria. Ma per confermarsi tale ha dovuto fare ciò che pareva impossibile nella finale corsa sotto la pioggia battente, fissando il tempo a 14”11, nuovo primato mondiale. In semifinale lo aveva abbassato a 14”39 prima che Martina se lo riprendesse facendo meglio di due centesimi. La medaglia d’argento, dopo i due ori di Londra e Rio, la colloca nell’olimpo, anche in virtù della sua grandezza umana e sportiva. Martina, che non è partita bene realizzando comunque la sua seconda prestazione di sempre (14”46) in condizioni atmosferiche proibitive, ha gioito con grande sincerità lasciandosi andare a un abbraccio commovente con le altre due azzurre. Felicissima perché, come ha sottolineato nel dopogara, la passione per l’atletica le unisce e la voglia di superarsi e fare qualcosa di più e di grande segna il superamento delle condizioni di disabilità. E’ certo che la 31enne Martina Caironi, insieme alla 19enne neocampionessa paralimpica Ambra Sabatini, ormai lanciatissima, potranno dire ancora la loro a Parigi 2024.

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La pioggia è stata avversaria di Martina anche nella gara di salto in lungo, dove pure si è dovuta accontentare del secondo gradino, com’era accaduto a Rio 2016. E’ arrivata a saltare la misura di 5.14, ma non è bastato per sopravanzare l’australiana Vanessa Low, amputata bilaterale, che si è confermata campionessa paralimpica con la misura di 5.28, nuovo record del mondo categoria T61. Martina sempre la migliore della categoria T63.

Due medaglie d’argento che hanno grande valore per un’atleta capace di competere sempre al massimo livello. Una figura sportiva di cui essere orgogliosi e che resta punto di riferimento non solo per l’atletica, ma per l’intero movimento paralimpico italiano.