Home Discipline Atletica Martina Caironi il ritorno

Martina Caironi il ritorno

850

Luca Lembi

Martina Caironi, campionessa paralimpica T42 sui
100 metri piani a Londra 2012 e sui 100 metri
piani e argento sul salto in lungo a Rio 2016, potrà
aspirare ai XVI Giochi paralimpici di Tokyo. La
scorsa settimana la Seconda Sezione del Tribunale
Antidoping ha emesso la sentenza con cui ha
riconosciuto la non intenzionalità dell’atleta
bergamasca nell’assumere un farmaco proibito.
fissando al giorno 9 marzo prossimo la data di
scadenza della squalifica, che ha coperto un
periodo di quattro mesi, impedendole di prendere
parte ai mondiali paralimpici di Dubai. La Procura
Nazionale Antidoping, nel rinviare a giudizio
Caironi, aveva riconosciuto la non intenzionalità
dell’atleta e la necessità terapeutico per l’uso di un
farmaco a uso topico. Era stata la stessa
campionessa paralimpica ad ammettere di aver
usato una pomata (trofodermin) per curare
un’ulcera al moncone della gamba amputata e solo
dopo aver consultato il medico federale. Le prime
dichiarazioni di Martina Caironi, assurta ad atleta
simbolo del movimento paralimpico, riflettono la
dura prova che ha dovuto affrontare:
“Sono stati mesi difficili….E’ stata compresa la mia
buona fede e la necessità di curarmi..
Hanno prevalso rispetto delle regole e buonsenso.
Desidero che questa vicenda che mi ha coinvolta
non si ripeta con nessun’altro.”
“Martina Caironi ha avuto solo la necessità di
curarsi e si è fidata delle indicazioni datele da chi
era preposto a questo compito. Il Tribunale ha
riconosciuto la sua buona fede – è stato il commento
dell’avvocato Giovanni Fontana, che ne ha curato la
difesa – Martina non si è dopata, durante il
dibattimento è emerso in modo chiaro che l’uso di
quel medicinale era a scopo terapeutico e non a fini
di doping”.
La prima donna di categoria T42 (amputazione al di
sopra o all’altezza del ginocchio di una sola gamba)
a scendere sotto i 15” sui 100 metri è attesa da una
sfida impegnativa: guadagnare il minimo per le
paralimpiadi e duellare con l’indonesiana Karisma
Evi Tiaranim, che agli ultimi mondiali ha abbassato
il record mondiale a 14”72.
Alla fine di questa storia, che chiude un capitolo
senz’altro doloroso e penalizzante per l’atleta, vale
ancora di più quanto dichiarato a caldo, dal
presidente del Comitato italiano paralimpico, Luca
Pancalli, alla notizia della sospensione cautelare
decisa dal tribunale nazionale antidoping: «Martina
è sempre stata un’atleta esemplare sia in pista che
nella vita».

forbes