Martina Fidanza fantastico Scratch

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D’ora in avanti, anche lo sportivo meno competente avrà imparato a ricondurre il termine “Scratch” alla ciclista bergamasca Martina Fidanza, prossima ventiduenne. La quale, confermando doti eccelse geneticamente ereditate, si è imposta ai Campionati del Mondo su Pista sul glorioso anello del velodromo di Roubaix, nella specialità in cui si corre per dieci km e basta arrivare semplicemente prime per vincere. Ed è stato apparentemente facile il modo in cui ha tagliato per prima il traguardo. In sostanza, ha compiuto l’azione più libera e spontanea che un ciclista possa mettere in atto. Ritrovatasi in testa a quattro giri dal termine, ha risposto all’invito a forzare arrivato dal suo ct e, accortasi di avere qualche metro di vantaggio, ha cominciato a spingere al massimo dosando con intelligenze le forze e accumulando un vantaggio incolmabile per le avversarie. Abile a tenersi coperta durante una gara che non ha registrato alcun attacco particolare, Martina Fidanza ha forzato il ritmo al momento giusto, esplodendo tutta la sua forza in due tornate di grande intensità. Per chi ne conosce le doti, l’impresa non sorprende, avendo collezionato sia il titolo mondiale che quello europeo a livello juniores.

“Un successo incredibile, che non ha paragoni con altri” – lo ha definito Martina Fidanza, dedicandolo ai nonni e alla sua famiglia che le hanno permesso di festeggiare questa importantissima vittoria. Tanto per capire il peso del successo di Martina, espressione della nouvelle vague del ciclismo femminile azzurro, lo scorso anno a Berlino si impose un’icona del ciclismo su pista, Kirsten Wild, davanti alla statunitense Valente, finita terza quest’anno alle spalle dell’olandese van de Duin.

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Accontentarsi? Mai. E, infatti, per Martina Fidanza è arrivata anche la fantastica medaglia d’argento nell’inseguimento a squadre, con il quartetto che ha visto presente anche Chiara Consonni, bergamasca doc, e Elisa Balsamo, la bergamasca adottiva che ha indossato la maglia di campionessa del mondo su strada Elite, che ha vestito il bronzo nell’Omnium. Le azzurre (4’13”690) sono risultate seconde solo alla favoritissima Germania (4’08”752) che le ha battute nell’ultimo atto. Il record italiano di 4’10”063, centrato alle Olimpiadi di Tokio, non sarebbe bastato.

È stata comunque una finale storica, perché il migliore risultato delle azzurre era stato il bronzo conquistato al Mondiale di Apeldoorn 2018, con la sola Balsamo nel quartetto di allora e Letizia Partenoster, che invece si è fregiata nell’oro sulla pista di Roubaix nella corsa a eliminazione.

(photocredits: ufficio stampa Federciclismo)

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