Sottomarino giallo al Gewiss Stadium

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Simone Fornoni

Sono gialloneri come il Borussia Dortmund, nemico dell’Atalanta ai sedicesimi di Europa League (2018), di cui in effetti tra 2011 e 2015 David Wagner allenò la squadra riserve. Il Berner Sport Club Young Boys, avversario di Champions League, non è un materasso su cui dormire sonni tranquilli. Anzitutto, profuma di storia. Fondato nel 1898 facendo il verso agli Old Boys di Basilea, ha in dote 15 titoli nazionali, l’ultimo poker dei quali calato da Gerardo Seoane (ora a Leverkusen), 7 coppe nazionali, 1 coppa e una Supercoppa di Lega, i recenti ottavi di EL e le semifinali di Coppa dei Campioni nel ’59 contro lo Stade de Reims, coi campioni allenati da Albert Sing e trascinati da Geni Meier.

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Il Sottomarino Giallo ama viaggiare a pelo d’acqua, col suo preferenziale 4-2-3-1 sornione che ai nerazzurri ricorderà Edy Reja, ma quando fa vedere il periscopio alla fine non nasconde nemmeno il cannone. Cristiano Ronaldo e soci ne sanno qualcosa. Gli eroi anti Manchester United della big surprise della prima giornata del Girone F si chiamano Moumi Ngamaleu e Jordan Siebatcheu, statunitense come il suo mentore in panchina, 8 presenze nella Nazionale a stelle e strisce tra ’96 e ’98, figlio di un thailandese e di una tedesca che sposò un cittadino USA prima della sua nascita. Aggiungiamoci pure Christopher Martin, medianone capoverdiano-lussemburghese, solitamente accoppiato a Sierro: è lui la vittima del tosaerba di Wan-Bissaka che ha regalato ai suoi la superiorità numerica contro i Red Devils al Wankdorf Stadion.

La catena di destra, da cui è nato il pari propedeutico alla rimonta da bottino pieno, è uno degli assi portanti del collettivo e insieme uno spauracchio, perché Silvan Hefti è un ossesso come terzino e l’ex obiettivo di mercato nerazzurro Christian Fassnacht uno stantuffo formidabile anche nei tagli in avanti. A protezione di Van Ballmoos (il backup è Faivre), difesa solida completata da Camara e dagli altri elvetici d.o.c. Zesiger (di ruolo, ma reduce da una contusione al piede) o Lauper (mediano riciclato) e dallo svizzero-capoverdiano Ulisses Garcia, con (da destra a mancina) Maceiras, Burgy e Lefort sul sedile. L’elemento equilibratore è il trequartista tattico Michel Aebischer, un Pessina destripede, col senegalese Ngamaleu solitamente alto a sinistra (in panca Jankewitz, Rieder e Mambimbi centrali, Maier, Spielmann e Sulejmani in corsia); davanti, il terminale unico franco-americano, che quando si vira a due punte fa la spalla mobile, ha gustose alternative nel congolese Meshack Elia e nell’ivoriano Wilfried Kanga. Occhio.

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