Ta Bi atalantino per sempre

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Simone Fornoni

“A Dieu Champion”. Da fratello a fratello, da ragazzo che ce la sta facendo a ragazzo la cui carriera prosegue tra le nuvole. La maglietta a mo’ di dedica in una serata di Europa League, quel vigore dai piedi educati che a pelo d’erba pareva da dinamo umana, mediano o mezzala che prometteva di spaccare il mondo. A rimpiangere Willy Braciano Ta Bi, nome da epica durata un battito fugace, non c’è solo Franck Kessie, di cui era considerato l’erede e il successore nonostante i soli tre anni di differenza. Il ragazzo di Divo, Costa d’Avorio, asceso troppo presto alla ricompensa dei buoni alla vigilia di Atalanta-Real Madrid, ha lasciato un mondo del calcio sgomento con lo scudetto sul petto. Il titolo nazionale Under 19 conquistato con la Primavera allo stadio “Ennio Tardini” di Parma quel 14 giugno di due anni fa resterà a futura memoria. Perché è suo, lo sarà in eterno. La parentesi di Pescara coi primi problemi, nella mini colonia bergamasca con Davide Bettella, Filippo Melegoni e Marco Tumminello, Luciano Zauri (e infine Andrea Sottil) in panchina, col senno di poi è stato il punto di non ritorno. E il ricordo è così fresco e vivo da andare ben oltre il lutto al braccio venerdì scorso contro la Spal.

forbes

Di quella prima annata trionfale di Massimo Brambilla, anche lui, il fuoriquota piovuto dal semisconosciuto Mimosas, il ’99 che il 5 dicembre scorso ha potuto scrivere 21, l’ultimo numero della sua esistenza nel grande e misterioso circo dell’anagrafe. Gli eroi non si riducono a quelli che segnano, vedi Ebrima Colley, il gambiano da doppietta decisiva nel 4-3 ai supplementari al Torino e match winner all’atto finale. Oppure gli assistman decisivi, il doppio Amad Traore in semifinale, l’altro connazionale che adesso piange lacrime vere, e Dejan Kulusevski al dunque. A due con Jacopo Da Riva, Willy era la diga servizievole, pronta a dare l’alt alle esondazioni come a ribaltarle di fronte. Un 4-2-3-1 che quando virava a 4-3-3 lo vedeva preferibilmente sui lati, anzi sul centrosinistra, perché il play era spesso il figlio d’arte Enrico Delprato. Tutti lo scoprimmo il 10 marzo 2019, era stato tesserato a febbraio. Palla al bacio per il primo dei due del Kulu e via, 3-1 in rimonta alla Samp, a Zingonia. Si sarebbe rivisto contro Milan, Juve, Napoli (29 aprile) con matchball suggeritogli dallo svedese, i granata in regular season, Sassuolo ed Empoli (25 maggio), uno-due esterno in un 4-2 marchiato dalla sua intelligenza calcistica, un drago negli inserimenti. Nove volte atalantino, atalantino per sempre.