Luciano Bonetti e le gioie di fine partita

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Federica Sorrentino

Trent’anni di storia della pallavolo femminile. Una storia, quella del Volley Bergamo legato alla famiglia Foppapedretti, che oltre ad arricchire come nessuno la bacheca della società sportiva, ha coinvolto intere generazioni.

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Luciano Bonetti, da presidente è toccato a lei annunciare la decisione di lasciare il mondo del volley. A chi va il suo primo pensiero per tutti questi anni in cui ha prevalso la scelta del cuore?

Il mio pensiero va ai tifosi che si troveranno privati, in un anno che peraltro non hanno potuto seguire, di una società alla quale sono molto affezionati. Una delle gioie maggiori che la pallavolo mi ha dato era la fine delle partite quando, vinto o perso, le giocatrici si fermavano in campo e le bambine e i bambini scendevano a prendere gli autografi, e venivano persino da me.

Il suo invito a raccogliere il testimone di questo lungo impegno non è certo di oggi. Nei suoi confronti e della famiglia Foppapedretti è stata espressa gratitudine. C’è uno straordinario patrimonio da ereditare e valorizzare. Come si arriva a prendersi cura di una società simbolo come il Volley Bergamo?

Ci si arriva pensando che occorre parecchio danaro per fare un campionato decoroso e le aziende del territorio, più o meno importanti, hanno l’opportunità di fare in modo che Bergamo possa avere un rilancio di immagine dopo quanto è successo. Immaginate se un Volley Bergamo Foppapedretti fosse stato ai livelli che avrebbero potuto raggiungere con degli sponsor decorosi, quale sarebbe stata l’immagine di Bergamo, diventando simbolo importante di rinascita, e quanto sarebbe servito al Paese tutto.

I tifosi della Nobiltà Rossoblù hanno manifestato vicinanza concreta alla società lanciando una raccolta fondi per pagare la tassa di iscrizione al campionato. C’è voglia di non disperdere la grande tradizione della pallavolo femminile. C’è il rischio di cedere il titolo fuori Bergamo?

Se nessuno lo rileva a Bergamo, cercheremo una soluzione intermedia nelle città vicine, dove qualcuno dei tifosi possa andare a vedere le partite.

In ultimo le chiedo: a chi sente di dire grazie?

A tutti quelli che ci hanno supportato nel tempo, agli sponsor da 100 e 1.000 euro, da 10.000 a 100.000, alla famiglia Zanetti che negli ultimi tre anni ci ha sponsorizzato, e a tutti quelli che hanno creduto nel progetto. Ai miei collaboratori, al direttore generale Giovanni Panzetti, ad Andrea Veneziani e Giorgia Marchesi, responsabili delle relazioni esterni e dell’ufficio stampa, e quanti nel quasi anonimato hanno contribuito ai successi.

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