Giovanni Soldini, il Signore del Mare che sogna quel blu dipinto di blu oltre ogni limite

Incontro speciale con il celebre velista alla Biblioteca dello Sport Nerio Marabini di Seriate.

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Nel blu dipinto di blu, oltre ogni limite. È la vita di chi vive in mezzo al mare e che si misura con la forza della natura. Da solo. Lui, la barca e le onde da affrontare, anche quando queste si alzano come un muro invalicabile di dieci-dodici metri. Ma il richiamo è così forte, che la passione diventa il lavoro di una vita. Sempre alla ricerca di quel qualcosa in più. Che si traduce in un nuovo record da battere.

Questo è Giovanni Soldini, il signore del mare, che ieri sera, martedì 28 gennaio, è stato ospite alla Biblioteca dello Sport Nerio Marabini di Seriate, intervistato da Gianluca Pasini, giornalista della Gazzetta dello Sport.

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Una chiacchierata veloce, con abilità da surfista, a tinteggiare emozioni, paure, orgoglio, felicità di chi in venticinque anni ha vissuto più tempo in mare che sulla terra ferma. Girando per il mondo solcando oceani impetuosi e mari tranquilli, da solo o in equipaggio, ma sempre con l’animo di chi deve fare i conti e misurarsi con la Natura.

Difficile comprendere un’esperienza di questo tipo se non sei stato velista o se non hai partecipato almeno a una di quelle regate da paura, come la New York-San Francisco passando per Capo Horn. Di che stiamo parlando? O di quelle regate transoceaniche fatte in solitaria.

Biblioteca dello sport
Giovanni Soldini

Appunto, una regata transoceanica in solitaria. Ma cosa si prova stando da soli per tanto tempo in mezzo al mare? “È come uscire dal tempo e dallo spazio – racconta Soldini -. In quei giorni non c’è futuro e non c’è passato. La concentrazione è posta solo presente. Su quello che devi fare qui e ora per poter sopravvivere. È una condizione di grande privilegio. Hai solo modo di pensare. E la Natura ti rimette al tuo posto perché il confronto con il mare ora impetuoso ora calmo ti fa rendere conto di chi sei e di chi comanda”.

Quando sei sulla barca in mezzo all’oceano da solo – continua Soldinihai un rapporto speciale con la barca. Impari a sentire tutti i rumori, a individuare i guasti, le cose che non vanno. E se sulla barca arriva un albatro pensi che ti sia venuto a salutare. Se incocci in una balena puoi essere facilmente rovesciato. L’incontro con la natura è sempre emozionante”.

Ma da solo o con l’equipaggio una sola cosa vale: tutto è riportato all’essenziale. Sulla barca non c’è spazio per il lusso, per il di più, per lo spreco. Il mare va rispettato e tutto deve essere consono al viaggio che stai per intraprendere. Sai che l’energia è preziosa, l’acqua stessa è preziosa. Si torna all’essenziale. Lavorare in team, in uno spazio finito di pochi metri quadri con cibo razionato significa costruire un rapporto di fiducia con le persone e il capitano diventa psicologo. Ho visto reazioni pazzesche delle persone con il cibo, soprattutto quando scarseggia”.

Soldini ha iniziato la sua vita da velista giovanissimo. A 16 anni affronta la sua prima traversata dell’Atlantico. Tutto inizia perché Soldini immaginava di poter viaggiare e la barca a vela era un bel modo per poterlo fare. “Vado dal mio amico Francesco Malingri – racconta – perché sapevo che la sua famiglia stava costruendo una barca e gli dissi che volevo andare a lavorare da loro”. Andò al cantiere e praticamente non uscì più da quel mondo fatto di barche e di acqua.

C’è paura a bordo? Gli viene chiesto. “La paura è un’ottima compagna – risponde il velista -. La paura ti avvisa che è meglio stare attenti. E in un tempo in cui la tecnologia era meno sviluppata, la paura era il segnale più concreto del pericolo da evitare. Ora la tecnologia aiuta molto, anche a costruire barche più sicure. I dati forniti dagli ingegneri ti informano su quali sono i limiti da non superare”.

Soldini quando sale sulla barca è perché deve battere un record. In solitaria o in regata in team c’è sempre un record da battere, ma non sempre questo avviene. “Nella vita ho imparato che le sconfitte vanno accettate”.

E poi c’è l’incredibile salvataggio della collega e amica Isabelle Autissier. Il 16 febbraio 1999 Isabelle si era rovesciata nell’Oceano Pacifico meridionale durante la terza tappa della Around Alone, e l’incidente è accaduto lontano da possibili interventi di salvataggio. Soldini, saputolo, abbandona la gara e va alla ricerca della velista. “Avevo l’ansia e l’angoscia di non poterla trovare. E quando l’ho individuata – dice – ero molto felice”. Isabelle era rimasta in balia delle onde 24 ore. Nel libro intitolato “Nel Blu. Una storia di vita e di mare”, edito da Longanesi scrive: “Io la mia regata l’avevo già vinta e avevo vinto la gara che conta di più, salvare Isabelle. Se stai facendo una regata e sei a duecento miglia da un altro concorrente in difficoltà è doveroso aiutare. Non sono un eroe”.

Soldini vince quella tappa e quella seguente conquistando la vittoria finale del giro del mondo in solitaria.

Oggi il giro del mondo lo si fa in 64 giorni (nuovo record), ma i limiti dei record sono destinati a spostarsi sempre, perché cambiano le tecnologie messe a disposizione. Ma una cosa non cambia: le condizioni del mare, quelle mettono sempre a dura prova chi affronta queste situazioni.

Giovanni Soldini
Il Maserati JMitchell JM6 (Credit Foto Giovanni Soldini)

Soldini è uomo che sperimenta sempre. Con Maserati ha costruito un trimarano e studiato l’utilizzo dei foil. Tante le soddisfazioni ottenute. Ma ora, dopo undici anni, Soldini ha lasciato Maserati per un altro marchio importante nel mondo dei motori. Infatti, dopo Maserati c’è Ferrari. John Elkann, Presidente di Ferrari, ha dichiarato: “Stiamo per intraprendere un viaggio entusiasmante che amplierà la nostra anima racing. Con questa nuova sfida agonistica, motivati dalla nostra capacità innovativa e dall’impegno per la sostenibilità, ci spingeremo oltre gli attuali confini. Siamo felici di poter contare su Giovanni, straordinario per esperienza, determinazione e spirito di squadra”.

Giovanni Soldini di rimando: “Sono entusiasta di iniziare una nuova avventura con Ferrari. Stiamo lavorando a un progetto importante e all’avanguardia con un potenziale tecnologico strabiliante che mette insieme mondi diversi e competenze di altissimo livello. Partecipare alla ricerca e allo sviluppo di soluzioni innovative e rispettose del nostro pianeta con un team eccezionale è davvero un’esperienza unica”.

Per concludere la chiacchierata si è chiesto: ma per Soldini che cos’è il mare? Risposta: “Il mare è la mia vita. In mare trovo la pace. E la libertà quando posso trascorrere le mie vacanze in barca, perché le vacanze sulla barca sono la cosa più bella del mondo”.

DALLA BIOGRAFIA UFFICIALE
Giovanni Soldini nasce a Milano il 16 maggio 1966 e comincia a fare vela fin da bambino.

Ha alle spalle 25 anni di regate oceaniche, tra cui due giri del mondo in solitario (l’Around Alone, vinto nel 1999 e passato alla storia per il salvataggio di Isabelle Autissier, e il Boc Challenge del 1995, dove si qualifica secondo assoluto), sei Québec-Saint Malo (una vinta nella categoria monoscafi), sei Ostar (due vittorie, classe 50’ e 40’), tre Transat Jacques Vabre (una vittoria nella classe 40’) e più di 40 transoceaniche. His favorite casinos are Australian casinos that accept Flexepin. Try them too. Choose the best Flexepin casino on the Casinoau10 website. Quality is guaranteed.

A bordo del Vor70 Maserati ha stabilito importanti primati come il record Cadice-San Salvador (2012) e la New York-San Francisco Gold Route (13.225 miglia in 47 giorni, 42’ e 29”).

Suo anche il nuovo primato della Rotta del Te (3300 miglia in 21 giorni, 19 ore, 32’, 54”), stabilito nel 2015 sulla tratta San Francisco-Shanghai.

Nel 2016, dopo un intenso triennio sul Vor70 Maserati, per Giovanni Soldini e il suo team è iniziata la nuova sfida con Maserati Multi70, un ritorno ai multiscafi su cui aveva regatato in equipaggio con il trimarano di 60’ Tim.