Atalanta fantasmagorie d’oltremanica

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L’Atalanta delizia i 2.500 tifosi volati a Liverpool, guadagna la qualificazione ai sedicesimi di Europa League e scrive una pagina storica per il calcio nostrano espugnando per la prima volta lo stadio Goodison Park, finora inviso alle squadre italiane, e infliggendo una dura lezione all’Everton, affondato con cinque reti, frutto delle doppiette di Cristante e Cornelius e di un capolavoro balistico di Gosens. Regista dell’impresa mister Gian Piero Gasperini, che azzecca l’assetto tattico e motiva i suoi giocatori consentendo loro di impossessarsi degli spazi e impedire agli inglesi di avanzare. Chiuso il primo tempo con un gol di vantaggio, l’Atalanta raddoppia nella ripresa consentendo di fatto una sola giocata all’Everton che a 20’ dal termine dimezza lo svantaggio, per poi tracollare sotto i colpi di Gosens e Cornelius, che subentra a Cristante e castiga la difesa tra il 42’ e il 46’. Risultato ogni oltre previsione, ma ampiamente meritato. Ritmo, intensità, tecnica per una magistrale interpretazione di una partita che nascondeva molte insidie, a partire dal desiderio di riscatto dei leoni inglesi, poi finiti domati. E sul fronte Everton il mito Rooney si eclissa. Gasperini schiera Berisha tra i pali, Toloi, Palomino e Masiello in difesa, De Roon e Frueler a centrocampo con Castagne esterno destro e Hateboer sinistro, Cristante trequartista alle spalle di Petagna e Gomez. Il Papu non segna ma regala un assist a testa a Cristante e Cornelius. Al 6’ della ripresa Caldara subentra a Masiello, toccato duro nel finale del primo tempo e rientrato in campo stoicamente dopo l’intervallo; al 25’ Gosens subentra a Hateboer; infine al 37’ Cornelius per Cristante, al quale viene concessa la standing ovation che dopo il triplice fischio si trasforma in una festa tinta dei soli colori nerazzurri.

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