Sull’ingresso del vicino stabilimento Mazzoleni c’è scritto: impianto di Valtesse. Ecco dunque che il Gewiss Stadium secondo certi canoni sarebbe a Valtesse. La città è cambiata e senza soluzione di continuità chi sale in Città Alta e guarda attorno vede una città unica che parte da Alzano e arriva a Dalmine, da Albano Sant’Alessandro a Ponte San Pietro. Ma la città alta è la nostra “roccaforte”. I greci che vagano per la Corsaröla e Piazza Vecchia sono silenziosi.
Osservano e parlano a bassa voce, quasi timorosi. Evitano quasi gli incroci di sguardi.
Non si capisce se siano scontrosi o intimoriti. Tant’è che venendo da Atene non passa a nessuno in mente di considerarli abbagliati delle nostre bellezze.
Ma andiamo allo stadio.
La situazione in generale è tranquilla tanto che non sembra necessario il costante sorvolo del magnifico Leonardo della Polizia che dalle 19, fatti pochi giri sopra il quartiere rientra in sede.
Il trend di crescita della curva è evidentemente positivo e i decibel sempre più alti e costanti. Amici non abituati a frequentare la tribuna, rimangono impressionati dalla precisione e attenzione degli steward e dall’acustica percepita.
La cosa più bella della serata sono le facce degli atalantini che escono finalmente contenti per una vittoria.
L’atalanta sotto le luci è vincente. Le luci a Valtesse.