La riconoscenza è merce rara nel mondo del calcio. Tanto più per un allenatore, sempre in bilico nonostante la panchina sia fatta per starci seduti. Ecco perché vivere l’emozione palpabile e leggere la commozione sul viso di mister Gasperini nella sala consiliare del Comune di Bergamo, dove ha ricevuto dalle mani del sindaco Giorgio Gori la cittadinanza onoraria per meriti sportivi, riflette la natura di un sentimento di gratitudine condiviso anche da chi non vive con la testa nel pallone. Affermare che legarsi per sempre alla città di Bergamo non è un premio, ma il regalo più bello della sua vita, coincide con i valori e la personalità del tecnico piemontese. Mai avrebbe potuto parlare banalmente di “momento” più bello, perché, come ha spiegato con le lacrime pronte a macularne l’espressione, ha voglia di vivere, insieme al suo gruppo e alla società che gli ha dato dì fiducia, altre emozioni, forse ancora più forti, per rinvigorire l’entusiasmo e offrire nuove e possibilmente grandi dosi di felicità alla gente e ai tifosi. Occhi di festa e di ammirazione attendono il mondo dell’Atalanta.
La storia di Gian Piero Gasperini a Bergamo racconta di un tecnico con le sue ferme e chiare idee, entrato in sintonia con i vertici dell’Atalanta, la regina delle provinciali, e capace di riportarla sul palcoscenico europeo, mettendola in condizione di competere con le migliori squadre della serie A. Non è mai facile progettare un cammino, né tantomeno immaginarlo. Gasperini ha sposato addirittura un progetto, che potremmo definire gradualmente ambizioso ancorché schermato dal motto prudente quanto scaramantico del presidente Antonio Percassi che invitava prima a salvarsi. Il tecnico piemontese iniziava la sua carriera di allenatore un quarto di secolo fa nelle giovanili della Juventus. La panchina d’argento nel 2006-2007 in serie B nell’annata cadetta dei bianconeri, alla guida del Genoa che porterà l’anno dopo alle soglie della Champions e all’esperienza in Europa League, ma senza la possibilità di avviare un ciclo con il Grifone. Ci riproverà, all’ombra della Lanterna, dopo la brevissima parentesi alla corte di Moratti all’Inter, e il difficile rapporto con Zamparini al Palermo, vedendo però vanificata la qualificazione all’Europa League del Genoa dai conti non a posto della società. Bastò il ciclo delle prime cinque partite senza vittorie sulla panchina dell’Inter per esonerarlo. Accadde anche nell’anno del suo arrivo a Bergamo. “Ma Percassi non è Moratti” – ha ricordato il sindaco Giorgio Gori. E Gasperini scese in campo con il Napoli con la mano libera, con la possibilità di schierare i giovani che fino a una settimana prima si allenavano con la Primavera nerazzurra. Da quel momento è iniziato il cammino che ha portato l’Atalanta al terzo posto, migliore piazzamento di sempre in campionato, e al prossimo esordio in Champions League. Con la promessa di continuare a stupire e regalarsi sogni ed emozioni. Dal 9.9.19 sono scritti in una pergamena con la cittadinanza onoraria.