Gasperini indica tre vie per il mercato, in attesa di sapere quale strada prenderà la società

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Gasperini arriva alla Cittadella dello Sport e trova numerosi giornalisti e buon pubblico ad attenderlo. È rilassato e sorridente, si dice ben disposto a incontrare il pubblico e a fare una chiacchierata amichevole con i giornalisti, dopo la clausura imposta dalla pandemia, ma deve fare una premessa. E non è tenero. “Ho letto cose folli – esordisce il mister atalantino -. Una vera e propria disinformazione. Siate più seri. Non tiratemi dentro ai vostri pensieri. Se devo dire qualcosa, la dico io nel luogo e nel modo più adeguato. Non ho convocato alcuna conferenza stampa per oggi e non vado via dall’Atalanta”.

Il fatto si riferisce a qualche mezzo di comunicazione che, ieri, ha artatamente presentato l’incontro all’Accademia dello Sport come una conferenza stampa indetta da Gasperini medesimo, con l’intento di dire cose (qualcuno si è spinto sino alle dimissioni) contro la società. Fatta la doverosa premessa Mister Gasperini ha fatto una disanima dell’annata che si è chiusa da poco.

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“È vero, la stagione si è chiusa con un po’ di delusione. Ma più passa il tempo e più mi accorgo che non abbiamo fatto male. Questo è stato il sesto miglior campionato di tutta la storia dell’Atalanta”. La sottolineatura è sottile, perché gli altri migliori cinque campionati portano la firma di Gian Piero Gasperini. Come a dire: anche nella peggiore delle ipotesi è sempre la migliore della vita vissuta sinora. Come dargli torto?

“Abbiamo fatto il record di punti all’andata – dice -; abbiamo fatto complessivamente il record di vittorie esterne; abbiamo fatto bene in Champions e siamo arrivati ai quarti di Europa League. Sarebbero bastate tre partite raddrizzate a dovere per entrare in Champions”. E la frecciatina al Var non è mancata, così come non ha tralasciato di dire che si è un po’ pentito di essersi negato ai giornali e alle tv nel post partita, ma si è detto meravigliato che i giornali locali non abbiano preso posizione dura a difesa della squadra nei confronti di certi arbitraggi.

“E alla stampa locale chiedo di essere più allineata con i sentimenti dei tifosi. L’ultima partita con l’Empoli – ricorda – è l’esempio di come il pubblico di Bergamo ami l’Atalanta. Non roviniamo questo clima”.

E come sarà, allora, l’Atalanta che verrà, quella dei Pagliuca americani?
Gasperini da Grugliasco indossa i panni del filosofo. Dice di non avere ancora incontrato la nuova proprietà e che i suoi rapporti continuano ad essere con la dirigenza dei Percassi. Poi in chiave mercato indica alla società tre modalità:

1. Potenziamento della squadra con un top player, di quelli che ti alzano l’asticella. Guardare a Milan, Inter, Juventus, ecc. Se si vuole alzare il livello della squadra serve un attaccante di peso (lo stesso che è successo all’Atalanta con Zapata, Muriel e, aggiungiamo noi, Ilicic). Venuti meno loro, è calato il livello generale della squadra.

2. Si potrebbe optare per un ringiovanimento generale della squadra. Questa Atalanta è invecchiata in blocco. Di giovani da far crescere in formazione ci sono Scalvini e Koopmeiners. Gasperini ricorda il primo colloquio avuto con Percassi prima di assumere l’incarico di allenatore nerazzurro. Il sogno del presidente era di avere 7-8 giocatori del vivaio in prima squadra. Cosa avvenuta il primo anno della gestione Gasperini. Oggi l’Atalanta ha pochissimi giocatori italiani; è una multinazionale internazionale con pochissimi giovani.

3. Si lasciano le cose così. Facendo poco o niente. Questa squadra così com’è è una buona squadra – osserva il mister – ma ritengo che non possa raggiungere l’obiettivo di entrare nell’élite dell’Europa.

“L’importante – afferma Gasperini – è che la società sia chiara. Con me e con i tifosi. Poi io farò il massimo con quello che avrò a disposizione. Serve avere una identità precisa. L’Atalanta non può competere con le grandi. Può, però, fare grandi cose. Sul mercato – conclude Gasperini – non entro nel merito dei soldi. Indico i ruoli dove sarebbe bene operare, ma non faccio nomi. La società fa il resto”.

Premiato da Giovanni Licini, patron dell’Accademia dello Sport, per i tanti meriti e i risultati ottenuti con l’Atalanta, da quando è a Bergamo, il mister si è concesso una partita a tennis in coppia con Paolo Ribolla contro il suo secondo Gritti in coppia con Carrera. Per la cronaca questi ultimi hanno vinto 9-2.