C’era una volta il Signor No, al secolo Ludovico
Peregrini, personaggio legato al celebre
«Rischiatutto» di Mike Bongiorno.
Un Signore, appunto. Fungeva da giudice nella
trasmissione ed era una figura tanto irreprensibile
quanto educata, al punto da essere apprezzato in
questo ruolo da milioni di telespettatori.
Essere il Signor No impone stile e correttezza.
Se trasliamo queste virtù nel mondo agonistico, ci
vuole sportività.
Non possiamo dire ne abbia avuta Claudio Lotito,
presidente della Lazio, il quale ha rifiutato di
accondiscendere alla richiesta dell’Atalanta di
anticipare a venerdì 6 marzo la partita di
campionato con la squadra biancoceleste di
Simone Inzaghi (nel frattempo al comando della A
per merito guadagnato sul campo ma anche e
soprattutto grazie al rinvio al 13 maggio di
Juventus-Inter, altrimenti da giocare senza
pubblico). Atalanta-Lazio precede la gara di
ritorno degli ottavi di Champions League a
Valencia. E’ d’uopo, da sempre, andare incontro
agli impegni internazionali delle squadre italiane.
Così sarà per Juventus e Napoli, anch’esse in corso
per la qualificazione nella massima competizione
europea.
Il rifiuto di Lotito sarebbe stato dettato dalla
volontà di non offrire vantaggi. Ma la stagione dei
biancocelesti è tutta e solo concentrata sul
campionato, dove sta facendo benissimo. Oltretutto,
ora che le dirette concorrenti per lo scudetto se la
giocheranno molto più avanti, è proprio la Lazio ad
avere un importante punto di riferimento e la
possibilità di fare la corsa su Juve e Inter. E’ quasi
certo che la Lazio nella prossima stagione giocherà
in Champions League. Conoscendo il nostro Paese,
qualcuno potrebbe applicare la legge del
contrappasso. Non l’Atalanta, di certo, che merita
di ricevere la giusta considerazione dalla Lega per
quanto di bello e positivo ha fatto e sta facendo per
il calcio italiano. E, naturalmente, da Claudio
Lotito che riveste anche i ruoli di consigliere
federale e membro del comitato di presidenza della
Figc. Non ci sono obblighi di legge né di
regolamento, perché il fairplay non va scritto ma
messo in pratica. In Spagna lo hanno capito e il
Valencia giocherà di venerdì, regalandosi 24 ore per
recuperare le energie e tentare l’affondo dopo il
mezzo cappotto subìto a San Siro dalla squadra di
Gasperini. Che a sua volta avrà risorse per
meravigliare e centrare una storica qualificazione
ai quarti di Champions League.