Lucia Castelli, insegnante di educazione fisica e psicopedagogista del Settore Giovanile dell’Atalanta, è una figura trasversale nell’organigramma societario. Da vent’anni segue la crescita emotiva e socio relazionale dei giovani giocatori tesserati. Un ruolo nato dall’intuito di Mino Favini.
La figura dello psicologo sportivo si sta sviluppando sempre più. Come si inquadra il suo ruolo?
Io sono una psicopedagogista e insegnante di educazione fisica, in Atalanta da vent’anni. Nel 2000 Favini e Bonaccorso mi contattarono perché avevano bisogno di una figura educativa, allora non obbligatoria.
Come si svolge il suo lavoro in Atalanta?
Sono consulente per gli allenatori, i dirigenti, i genitori, i ragazzi e le ragazze. Ad affiancarmi una psicologa, la dott.ssa Anna Ferrari e la ricercatrice universitaria Francesca Mazzella, che mi supporta con gli stranieri per l’alfabetizzazione e nei rapporti con la scuola. A Zingonia ci sono circa 500 tesserati, con i propri bisogni e le necessità legate alla crescita. Aiuto gli allenatori nell’affrontare qualsiasi problematica legata all’età evolutiva. Intervengo sull’allenatore o sulla squadra, tengo inoltre dei corsi di formazione agli allenatori, sulla gestione del gruppo, sulla motivazione, le regole, li informo riguardo i bisogni dei ragazzi, e mi rapporto anche con i genitori, con particolare riguardo alla consulenza legate all’età 8-12 anni, alcune volte durante l’anno mentre i loro figli giocano la partita il sabato. Questi incontri hanno come temi il codice etico, come ci si comporta da genitori dei bimbi che frequentano Atalanta, l’alimentazione, l’uso consapevole dei social. Sto inoltre seguendo tutta la sperimentazione studente-atleta, sono in contatto con un centinaio di consigli di classe che stanno predisponendo il piano formativo personalizzato per i ragazzi atleti. C’è poi tutto il mondo delle cinque squadre femminili, ancora in divenire.
La Casa del Giovane è il luogo di accoglienza dei giovani calciatori. Com’è organizzata la loro permanenza nella struttura?
Il convitto dipende dal Patronato San Vincenzo e ha i suoi educatori. In questi vent’anni siamo riusciti a costruire un’équipe di sei laureati in scienze dell’educazione, i quali fanno un servizio 24 ore e 360 giorni all’anno. I nostri ragazzi non sono mai lasciati soli. È importante assicurargli la doppia carriera, di studente e di calciatore; andare quindi a conciliare scuola e sport.
Ci parli del Progetto Scuola allo stadio
L’abbiamo creato io e Bonaccorso vent’anni fa e consiste nel portare i bambini allo stadio, il giovedì di marzo e aprile, a fare un tour educativo, insieme agli insegnanti. Questa attività ci viene riconosciuta come buona pratica per il tifo corretto dal Ministero dell’Interno.
L’intervista sul numero 12 di TerzoTempoSportMagazine
(nella foto: Lucia Castelli intervistata da Federica Sorrentino)