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Prova di maturità

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Eugenio Sorrentino

La gara di ritorno degli ottavi di Champions
League a Valencia proponeva due esami. Uno per
l’Atalanta, l’altro per il popolo bergamasco.
La squadra di Gasperini, chiamata a confermarsi
sul campo di un’avversaria che ha conosciuto i
fasti continentali, ha risposto nel modo che
sappiamo, accendendo entusiasmi oltre i confini
territoriali e convincendo gli amanti del bel gioco
di essere una splendida realtà del calcio italiano,
di cui andare fieri e orgogliosi.
Sentimenti, questi, condivisi dai tifosi della Dea,
che hanno offerto una prova di maturità assoluta,
in una fase difficile della vita sociale, costretti a
osservare la permanenza domiciliare per fare
fronte all’emergenza sanitaria che ha colpito il
territorio bergamasco e la Lombardia.
La squadra, che ha raggiunto la città spagnola con
i ranghi di accompagnatori al minimo sindacale
per logici motivi di opportunità, era consapevole di
disputare un match molto particolare, i cui riflessi
si sarebbero riverberati nei cuori di fedelissimi e
appassionati attraverso lo schermo.
Ciò che i calciatori, Gian Piero Gasperini e il
seguito hanno vissuto, è stato riassunto nel
fatidico “Mola mia” riportato sulla maglia bianca
con cui il gruppo ha posato davanti all’obiettivo.
Che la vittoria fosse per Bergamo e i bergamaschi
poteva apparire scontato, averlo scritto con un
pennarello ed espresso con i volti è ben altra cosa.
Perché il messaggio è arrivato forte e chiaro, al pari
dell’imperativo “State a casa”.
E infatti sono rimasti tutti a casa: nessuna
accoglienza all’arrivo in aeroporto, né al centro
Bortolotti di Zingonia. Una prova di maturità, per
l’appunto. C’era emozione nelle parole di mister
Gasperini e Luca Percassi nel commentare i
messaggi giunti da ogni dove, in particolare
dall’Ospedale Papa Giovanni XXIII, la prima linea
del fronte antivirus. Accanto a chi soffre, a chi
combatte, a chi aiuta, a chi si adopera per il bene
comune. Questa Atalanta passerà alla storia non
solo per i risultati, ma anche e soprattutto per ciò
che società e squadra rappresentano, per come il
calcio viene interpretato, per i valori che il campo
rimanda, nelle case quando lo stadio è
inaccessibile. Non sappiamo quando lo spettacolo
riprenderà, ma sappiamo che andrà avanti. Perché
ciò possa avvenire c’è bisogno di senso di
responsabilità da parte di tutti. Come la prova di
maturità, superata a pieni voti.

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