Se uno pensa alla petizione che parte da Roma, da indirizzare al ct Cesare Prandelli per promuovere la convocazione di un giocatore capitolino, il pensiero va subito a Francesco Totti. Il mitico capitano giallorosso, campione del mondo a Berlino 2006, è iscritto di diritto nel libro dei sogni del selezionatore della Nazionale Italiana di calcio. E’ ancora un punto fermo della Roma di Garcia e, sebbene centellinato, il suo apporto di pura classe si avverte. Ma c’è dell’altro dalla parti di Roma, per la precisione da Genzano, sponda laziale. C’è chi si è reso autore di una petizione per portare il difensore 37enne Giuseppe Biava in nazionale per i prossimi mondiali di calcio in Brasile.
La notizia riportata anche dai quotidiani nazionali circola su diversi siti internet e sembra che la petizione abbia già raccolto diverse adesioni soprattutto dalla provincia di Roma, ma anche da diverse città italiane e dall’estero. Sebbene non sia più un giovincello e nel mese di maggio Biava compirà 37 anni, i promotori della petizione vedono la convocazione in nazionale come un premio per “un artigiano della difesa” che non frequenta i locali alla moda e le veline. Insomma un giocatore di altri tempi tutto sudore e lavoro. I sostenitori genzanesi della Lazio ci credono veramente e chissà che grazia alla petizione non riescano a fare breccia negli schemi tattici di Prandelli e arrivare al loro obiettivo: Giuseppe Biava perno delle difesa azzurra in Brasile.
Perché proprio lui? Perché serio e affidabile. Biava è uno dei protagonisti della risalita della Lazio di Reja, un autentico ed efficace marcatore che ha contribuito a trasformare la difesa biancoceleste in bunker. Sicuramente alle spalle del trio juventino Barzagli-Bonucci-Chiellini la continuità scarseggia. Ogbonna e Astori non hanno dato prova di continuità assoluta e qualche abbaglio lo hanno preso, eccome. La motivazione della petizione lanciato da Genzano è lapidaria: “non è sposato con veline e non va in discoteca, un esempio e un modello per i giovani, e grazie a impegno, abnegazione e tanto allenamento è riuscito ad essere uno dei migliori difensori della serie A“. “E’ l’ultimo sopravvissuto, insieme a Barzagli, della vecchia scuola di marcatori italiani come Burgnich, Gentile e Cannavaro che ha fatto le fortune azzurre“. La palla passa a Cesare Prandelli.