E’ festa solo al San Paolo

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stramaccioniNapoli a parte (2-0 al Genoa, a cui Frey evita la goleada al San Paolo), chi insegue la Juve vede i bianconeri esattamente come un ciclista in gruppo che segue il corridore in fuga solitario e in procinto di tagliare il traguardo in fondo al rettilineo. L’Inter si elimina dalla corsa alla Champions uscendo sconfitta da San Siro ad opera dell’Atalanta, passando dal 3-1 al 3-4. Dopo le luci di Marassi e la perdita di Palacio, il buio dello stadio milanese dove si fa male, stirandosi, Antonio Cassano. Grande prova della squadra bergamasca e soprattutto di Denis, autore della tripletta che ribalta il punteggio, avviata con la trasformazione di un calcio di rigore contestato dall’Inter. Rocchi trova il primo gol con la nuova maglia e il centesimo in A, Alvarez fa una doppietta, ma sul fronte opposto ci sono Bonaventura, che mette a segno il momentaneo 1-1-1, e soprattutto il Tanque argentino. Al ’94 il sogno dei nerazzurri sembra svanire quando il pallone arriva sui piedi di Ranocchia appostato davanti alla porta di Polito, ma il difensore centrale dell’Inter sbuccia clamorosamente il pallone invece di spingerlo in rete. E così Stramaccioni dalla panchina e Moratti dalla tribuna assistono alla debacle. Per l’Atalanta i tre punti significano salvezza praticamente acquisita, con dieci lunghezze sulle tre squadre che, a pari merito, lottano per non retrocedere e nei cui confronti è in vantaggio negli scontri diretti. Il finale di partita non è all’insegna del fairplay. Finisce in rissa con Schelotto che, dopo un confronto con Raimondi che viene espulso, a tempo scaduto cerca la rissa con l’ex compagno di squadra Cigarini, certamente non con intenti pacifici. Una pagina da dimenticare.

Gongola il Napoli che piega il Genoa con le reti di Pandev e Dzemaili ma avrebbe potuto segnare una mezza dozzina di volte se il portiere dei grifoni Frey non avesse parato tutto nella ripresa, compreso un calcio di rigore di Cavani, che fa inutilmente il tiro al bersaglio. La squadra di Mazzarri resta l’unica forza vera alle spalle della Juventus e rafforza il secondo posto a nove lunghezze dal vertice e quattro di vantaggio sul Milan. Il match tra Fiorentina e rossoneri si conclude con un rocambolesco 2-2. Non che gli uni e gli altri potessero vantare alla vigilia aspirazioni di aggancio alla capolista, in considerazione dell’ampio distacco; sicuramente si tratta di una riprova della corrente alternata che alimenta le inseguitrici, da tempo con il solo obiettivo della qualificazione alla Champions, e opposta alla forza e continuità dei bianconeri di Antonio Conte. A Firenze il Milan, in vantaggio di due reti (Montolivo e Flamini) e con un uomo in più già nel primo tempo, subisce la rimonta dei viola che pareggiano nella ripresa grazie a due calci di rigore, trasformato da Ljalic e Pizarro. I rossoneri, più abulici e meno incisivi nel secondo tempo, potrebbero recriminare per una spinta vistosa ai danni di Abate in area viola e per un tocco di braccio su colpo di testa di Pazzini. In entrambi i casi arbitro e giudice di porta sorvolano e la gara si chiude pari e patta. Episodi che faranno discutere, ma prim’ancora ci pensano i vip in tribuna ad accendere gli animi, allorquando l’arbitro mostra il cartellino rosso a Tomovic della Fiorentina per un fallo su El Shaarawy lanciato a rete. La Fiorentina porge le scuse a Galliani, preso di mira dal popolo viola, ma l’episodio, di cui non si conoscono bene i contorni, resta da dimenticare. Ben più pesante l’ammonizione comminata a Mario Balotelli che, diffidato, salta Milan-Napoli.

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A Udine fanno festa Totò Di Natale, autore di una doppietta, e l’allenatore dei friulani Guidolin, che ha dichiarato di voler cogliere il settimo posto. Un gol di rapina e uno splendido tiro al volo di sinistro da posizione angolata con pallone sul lato opposto, che ricorda uno analogo segnato da Francesco Totti, fanno da apripista al successo dei friulani sul Chievo per 3-1.

Il Palermo rimescola le carte della lotta per la salvezza, andando a vincere 3-1 a Marassi e costringendo la Sampdoria alla seconda sconfitta in quattro giorni, dopo quella nella gara di recupero contro l’Inter. I rosanero agganciano il terz’ultimo posto e si preparano a giocarsela con Genoa e Siena. I toscani vengono fermati sullo 0-0 dal Parma e perdono una grossa occasione per avvantaggiarsi rispetto ai diretti concorrenti. Reti bianche anche tra Catania e Cagliari, che possono dormire sonni tranquilli, anche se gli etnei sono sempre a una spanna dalla zona Europa League. Il Torino mette paura al Bologna nello stadio felsineo, poi si fa sorprendere e rimontare fino ad acciuffare il pareggio ad opera di Rolando Bianchi (2-2), che dedica il gol all’ex presidente dell’Atalanta, Ivan Ruggeri.