Juve va, Milano senza vincitori

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Buffon JuveLa Juventus non si fa ripetere la lezione da Antonio Conte e affronta con la necessaria umiltà il Siena, battendolo con un 3-0 eloquente al quale contribuisce anche Buffon. Passata in vantaggio con Lichtsteiner, che approfitta di una respinta del portiere per far carambolare il pallone in rete, la formazione bianconera raddoppia con Giovinco nella ripresa dopo essere andato più volte vicina al raddoppio. Il Siena dimostra la sua tenacia e pericolosità chiamando in causa due volte Buffon, decisivo nel difendere la porta, prima del terzo gol di Progba con un rasoterra forte e angolato. Se la Juve rispetta la tabella di marcia scudetto, Milan e Inter dividono la posta nell’attesissimo derby della Madonnina. Primo tempo nettamente a favore dei rossoneri, con De Sciglio in grande evidenza sulla fascia sinistra, e Inter più tonica nella ripresa grazie al cambio di marcia e alle sostituzioni. Decisiva quella di Schelotto che 90 secondi dopo il suo ingresso pareggia con un perfetto colpo di testa il gol segnato da El Shaarawy con un elegante tocco di esterno destro al 20’ del primo tempo. Il Milan potrebbe raddoppiare al 27’, 29 e 39’ quando il portiere nerazzurro Handanovic vince i duelli con Balotelli, neutralizzando prima un potente e preciso colpo di testa, poi bloccando una battuta a colpo sicuro da distanza ravvicinata e infine deviando un calcio di punizione da oltre trenta metri e diretto nell’angolo basso. Nel secondo tempo, prima del pareggio interista che fissa il risultato sull’1-1, da registrare il miracolo di Abbiati su Guarin al 9’ e il successivo palo esterno di Cassano. Il pari delle milanesi tiene viva la lotta per il terzo posto.

L’arrivo a Napoli di Diego Armando Maradona non porta bene alla squadra di Mazzarri che resta a secco di gol a Udine in uno dei due posticipi di giornata e chiude a reti bianche contro i bianconeri friulani. Un solo punto che porta a -6 il distacco dalla Juventus, attesa al San Paolo per dare vita allo scontro diretto in chiave scudetto. Il Napoli sembra abbia smarrito la via del gol e poco conta se resta il dubbio per un contatto in area con Cavani e una spinta su Armero, ex di turno, dentro o fuori la linea dei 16 metri dell’Udinese. La Lazio, invece, fa valere la legge dell’Olimpico, piega il Pescara con le reti di Radu e Lulic nel primo tempo e si riprende il terzo posto in solitaria in attesa di fare visita al Milan a San Siro.

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Il Catania di Maran sogna vincendo a Parma dove risultano decisive due interventi non impeccabili del portiere Miranti, sorpreso quasi subito da un calcio di punizione di Lodi e prima del riposo da Keko. A nulla vale il gol della bandiera segnato al 42’ della ripresa da Amauri, se non a causare l’espulsione per protesta di Legrottaglie. Anche la Roma riprende a marciare ottenendo sotto la neve di Bergamo il secondo successo dell’era Andreazzoli, dopo quello prestigioso con la Juve. In vantaggio con l’ex interista Livaja, l’Atalanta subisce il pareggio di Marquinho, autore di un gran gol con un tiro forte e preciso tra le maglie di due difensori, e il sorpasso su calcio di punizione da manuale di Pjanic. Un gioiello di Livaja rimette in partita i bergamaschi che nella ripresa cedono le armi ai giallorossi. Decide il gol di Torosidis, che raccoglie di testa un lungo lancio di Bradley e con un palombella beffa il portiere Consigli. Senza Totti e De Rossi, Andreolazzi schiera il 3-5-2 ottenendo dalla squadra una risposta convincente in termini tattici, agonistici e temperamentali che fanno ben sperare per il futuro della Roma. Importante passo in avanti della Sampdoria che a Marassi liquida il Chievo con un gol per tempo, grazie a Poli e Eder. Risultato dal molteplice significato quello ottenuto dal Cagliari che nel deserto di Is Arenas riesce a superare il Torino a suon di gol e chiudendo sul 4-3 dopo tre rigori (due a favore) e una rasoiata della bandiera Daniele Conti che, dopo il gol del 2-2, infila la rete decisiva nel finale con l’aiuto della deviazione di un difensore. Un capitolo meritevole per la squadra sarda, più forte delle tante vicissitudini che attanagliano la società. Chi marcia a ritmo retrocessione è il Palermo che nell’anticipo non riesce a sfruttare il fattore campo e chiude a reti bianche contro il Genoa, avversario diretto nella corsa alla salvezza. Un risultato che induce Zamparini ad allontanare Malesani e riprendersi Gasperini. Infine il Bologna fa un passo avanti in chiave salvezza rimontando in casa la Fiorentina. E non è poco.