Per battere la Juventus ci voleva la partita perfetta e il Napoli, allo stadio San Paolo, ha interpretato a dovere la missione innescando un ritmo vertiginoso e avendo nei suoi terminali esterni della trequarti, Callejon e Insigne, le spine devastanti per pungere la retroguardia bianconera. Con un gol per tempo la squadra di Benitez rivive i fasti dell’era Maradona e solo la bravura straordinaria di Gigi Buffon evita alla Juve una sconfitta più pesante. Impeccabile l’assist in profondità di Insigne per l’inserimento sotto misura di Callejon che anticipa Asamoah e batte Buffon da due passi. Addirittura devastante la caparbietà con cui Martens, al posto di Hamsik dopo la mezz’ora della ripresa, combatte e si libera di Marchisio, subentrato a Pogba, e Lichtsteiner che prova inutilmente a fare la diagonale. Il rasoterra del belga, forte e precisa, si infila verso il palo più lontano senza che Buffon possa tentare al parata. E’ l’epilogo di una serata che vede il Napoli migliore della stagione, una squadra da Champions, e la Juventus costretta ad abdicare contro lo strapotere a tutto campo degli avversari. La Roma è ben lontana, ma intanto accorcia le distanze grazie al successo conseguito sul campo di Reggio Emilia contro il Sassuolo, grazie al quarto gol consecutivo di Mattia Destro e al sigillo di Bastos in pieno recupero. Una partita che sarà ricordata per il lungo stop al 35’ del primo tempo, quando l’attaccante nero verde Sansone cade in area dopo un contrasto con il romanista Benatia. L’arbitro internazionale Rizzoli, su indicazione del giudice di porta Peruzzo, sembra intenzionato ad accordare il calcio di rigore, poi decide di chiamare a sé Sansone, il quale ammette che non c’è stato sgambetto ma semplice contatto con la mano. E allora va bene la prima impressione del direttore di gara: niente rigore. La Roma incassa tre punti e ne prenota altrettanti per il recupero del match casalingo con il Parma. Ottanta minuti a disposizione per portarsi a -8 dalla Juve, con 7 partite da disputare tra le quali lo scontro diretto all’Olimpico capitolino. E qualcuno comincia a sognare una clamorosa rimonta.
Con il Napoli blindato al terzo posto, la Fiorentina deve accontentarsi di difendere il quarto, dopo il pareggio senza reti conseguito allo stadio Marassi contro la Sampdoria. Per i viola una vittoria mancata perché Matri ancora una volta sbaglia grosso sotto porta, facendo rimpiangere le assenza di Pepito Rossi e Mario Gomez. Stabiliante la serie dell’Atalanta che infila la sesta vittoria consecutiva e fa segnare il record assoluto nella sua storia in serie A. Il successo maturato a Bologna nell’anticipo è frutto di due perle a firma di De Luca, detto la Zanzara, e Estigarribia, ex Juve e Samp, dal quale mister Colantuono trae il meglio della tecnica facendolo giocare a destra. L’Atalanta, settima a una sola lunghezza dal Parma, è legittimata a sognare l’Europa League. La squadra di Donadoni esce con le ossa rotta dal confronto con la Lazio al termine di una partita rocambolesca e brutta, dove gli emiliani rischiano di vincere dopo aver pareggiato due volte, la seconda grazie a una clamorosa papera dell’incertissimo Marchetti. Alla fine risolve al 93’ Candreva, uno che in Brasile ci va di sicuro. Segnali confortanti arrivano dal Milan e da gente di classe come Balotelli e Kakà che giocano e vincono per Seedorf. I rossoneri ottengono un sonante 3-0 nel giorno in cui Kakà indossa per la 300esima volta la maglia del club. Un traguardo festeggiato con una doppietta che segue il gol in apertura di super Mario. Il Milan con Kakà potrebbe rilanciarsi in questa e nella prossima stagione, centrando l’Europa League e provando a risalire ai vertici. Ma le clausole imposte dal brasiliano in assenza di Champions potrebbero portare alla separazione consensuale e sarebbe davvero un peccato perdere un giocatore di tale valore. Torna al successo il Verona e lo fa in modo significativo, con una doppietta di Toni messa a segno quando gli scaligeri sono in dieci al cospetto del Genoa già sotto di un gol al Bentegodi. Il Torino vince anche senza Ciro Immobile e si prende la rivincita dell’andata sul Cagliari. Va in gol Cerci, al dodicesimo centro stagionale e per la prima volta in doppia cifra in serie A. I due posticipi del lunedì regalano la sorpresa dell’Inter, che vanifica il doppio vantaggio con cui chiude il primo tempo a Livorno e chiude la gara in pareggio, e la conferma di Totò Di Natale, che firma l’ennesimo successo dell’Udinese, stavolta ai danni del Catania, sempre ultimo. La squadra di Mazzarri sembra girare a meraviglia contro un Livorno indomito, battagliero su tutti i fronti. Hernanes a Palacio mettono la firma alle reti con cui si va al riposo. Uno schema da calcio d’angolo illumina le capacità realizzative di Paulinho che gira il pallone di interno destro mandandolo con grande potenza e precisione all’incrocio dei pali, dove neppure uno come Handanovic può arrivare. Poi Guarin compromette tutto, sbagliando il terzo gol e azzardando un lungo retropassaggio da centrocampo fuori misura per i compagni, che diventa un assist per Emeghara, implacabile a tu per tu con il portiere nerazzurro. Epilogo amaro per Mazzarri, punto d’oro per il Livorno, unica tra le cinque in lotta per la salvezza ad aver mosso la classifica.
Risultati 31a giornata: Bologna-Atalanta 0-2 Milan-Chievo 3-0 Lazio-Parma 3-2 Napoli-Juventus 2-0 Sampdoria-Fiorentina 0-0 Sassuolo-Roma 0-2 Torino.Cagliari 2-1 Verona-Genoa 3-0 Udinese-Catania 1-0 Livorno-Inter 2-2
Classifica: Juventus 81 Roma 70 Napoli 64 Fiorentina 52 Inter 49 Parma 47 Atalanta 46 Lazio 45 Verona 43 Torino Milan 42 Sampdoria 41 Genoa 39 Udinese 38 Cagliari 32 Chievo 27 Bologna 26 Livorno 25 Sassuolo 21 Catania 20