Pepito Rossi, si fa dura

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infortunio_giuseppe_rossi_1Giuseppe Rossi non dovrà ricorrere a una nuova operazione, che ne avrebbe precluso irrimediabilmente la carriera, ma per lui si prospetta la fine della stagione e la probabilità che anche Cesare Prandelli debba rinunciare a convocarlo per il mondiale in Brasile. La visita effettuata nella clinica del professor Richard Steadman a Vail in Colorado ha confermato la diagnosi di lesione al legamento collaterale mediale associata a una sollecitazione del legamento crociato anteriore già operato. In realtà, all’indomani dell’infortunio in campo, a Firenze non era stato possibile effettuare una valutazione accurata a causa del gonfiore al ginocchio. Anche il prof. Steadman ha dovuto rimandare la diagnosi definitiva e così, al termine di tre settimane di riabilitazione del collaterale, se ne saprà di più. Se si evidenziasse un problema al crociato già operato, i tempi di recupero si allungherebbero inevitabilmente. Nella migliore delle ipotesi Giuseppe Rossi dovrà osservare tre mesi di stop, ma è prevedibile che la gravità dell’infortunio induca massima prudenza prima del ritorno in campo. Una cosa è certa e conforta: Pepito giocherà ancora. Ci vorrà ancora una volta tanta pazienza e carica morale. Non facile per un calciatore che ha dovuto affrontare già un lungo calvario. Rossi è patrimonio del calcio italiano. Con 14 gol all’attivo in quattro mesi e mezzo di campionato avrebbe vinto sicuramente la classifica cannonieri. Sarebbe bello che ripetesse la favola di un altro Rossi. Pablito venne fuori da una pagina brutta, ma di tipo diverso e trascinò l’Italia alla conquista del terzo titolo mondiale in Spagna. Sarebbe un miracolo rivedere in azzurro Pepito, al centro dell’attacco  che sfiderà le grandi nazionali in terra carioca.

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