Buon compleanno Pjanic e il sogno giallorosso continua. Il bosniaco festeggia il 24esimo genetliaco segnando il terzo dei quattro gol con cui la Roma liquida il Parma all’Olimpico subendone due, ma restando la difesa meno perforata con 17 reti subite. I punti di ritardo dalla Juventus si riducono a otto, con sette partite da disputare tra cui lo scontro diretto all’ombra del Cupolone. Gli 80 minuti e passa della partita di recupero sospesa per impraticabilità di campo conferma lo stato di grazia della squadra di Garcia, che mette in mostra un gioco spettacolare al cospetto di un Parma mai domo ma sicuramente insufficiente in termini di paragone. E poi c’è Francesco Totti, che non perdona ogni qualvolta affronta gli emiliani. Ancora in gol per la 234esima volta in carriera in 555 partite di campionato, tutte disputate con la Roma. Più che una bandiera, un monumento, capace di sfoggiare colpi di classe unici. Infine un tale Rodrigo Taddei, umile quanto basta per accettare la panchina se non addirittura la tribuna prima dell’avvento di Rudi Garcia, che a 34 anni lo valorizza affidandogli i ruoli più svariati in cui si adatta da autentico campione qual è. Quando la Roma ha bisogno di profondità, c’è Gervinho. L’ivoriano, scatenato e imprendibile già nelle prime battute, va subito a segno riprendendo il pallone rimbalzato sul palo su tiro di Mattia Destro, che ci prova in tutti i modi ma non va oltre i legni, collezionando anche una traversa. Gervinho invece va ancora in gol colpendo di sinistro al volo in diagonale. Sarebbe il raddoppio di bella fattura se non fosse che viene pescato in fuorigioco, anche se dubbio. Dal possibile 2-0 all’1-1 il passo è breve. Ci pensa Aquah a inventarsi una girata rasoterra nella selva di difensori giallorossi, rendendo impossibile l’intervento di De Sanctis. Un breve lasso di tempo e Totti risolve insaccando alla sua maniera, con una conclusione di collo pieno. Il Parma non ci sta a fare il punchin-ball, ma non sfonda. Nella ripresa un’azione insistita di Gervinho spiana la strada a Pjanic che con un tocco preciso rasoterra infila il pallone nell’angolo alla destra di Mirante. Il poker arriva per merito di Taddei che appostato sul primo palo su calcio d’angolo di Florenzi, subentrato a Destro, di testa manda il pallone sull’angolo opposto a gonfiare la rete, scatenandosi poi nel tripudio sotto la curva sud. Sarebbe finita se non fosse che Biabiany inventa un bellissimo colpo infilando l’incrocio dei pali al 90’, rendendo meno grave il passivo. Resta l’ottimo rendimento della coppia centrale difensiva giallorossa, formata da Benatia e Castan, l’eccezionale capacità di spinta di Maicon sulla destra e l’ordine che De Rossi è in grado di impartire. Bene anche Torosidis, schierato a sinistra al posto di Romagnoli. La Roma c’è. Parma rivedibile, anche perché la prova di Molinaro, esterno adattato al ruolo di difensore centrale, non offre garanzie di tenuta.