La Lazio vince il derby capitolino 15 anni dopo l’ultima volta, piegando 2-1 la Roma, costretta a giocare in inferiorità numerica per 80 minuti ed estromessa di fatto dalla corsa al terzo posto. Rivincita piena di Eddy Reja, prima dimissionario e poi confermato sulla panchina biancoceleste. Grandi emozioni all’Olimpico e gara tutta in salita per la Roma che dopo 9’ resta in dieci e va sotto di un gol. Accade quando Pjanic perde palla a centrocampo, favorendo il contropiede laziale con Klose che s’invola in area romanista dove Stekelenburg lo affronta in uscita in area toccandolo sulla caviglia. L’arbitro Bergonzi non ha dubbi ad assegnare il penalty e mostrare il cartellino rosso al portiere giallorosso. Dal dischetto trasforma Hernanes che spiazza Lobont, entrato a difendere i pali della Roma. L’ingresso del secondo portiere comporta la rinuncia a Lamela e la trasformazione del modulo in 4-3-1-1. La squadra di Luis Enrique compensa l’inferiorità numerica con il pressing e l’aggressività. I giallorossi fanno maggiore possesso di palla e al 16’ pareggiano su azione conseguente a un calcio di punizione dal limite di Totti respinto dalla barriera laziale. Un cross di Taddei, prolungato di testa da Simplicio, arriva a Juan che, defilato sulla sinistra, manda il pallone sotto la traversa, Borini raccoglie e mette in rete, nonostante il tentativo di Biava che respinge di testa oltre la linea. Se ne accorge il guardalinee Cobelli che corre verso il centrocampo. Nel primo tempo la Roma esercita la supremazia territoriale, guadagnando 14 calci di punizione a favore contro i 4 della Lazio. Eloquente anche il resoconto dei cartellini gialli: Scaloni, Matuzalem, Biava e Mauri finiscono sul taccuino di Bergonzi. Il secondo tempo è più ragionato per entrambe le squadre. Dalla curva laziale piovono vergognosi cori razzisti all’indirizzo di Juan. Dopo 11’ Luis Enrique perde Pjanic per problemi fisici, sostituendolo con Marquinho. Al 14’ gran tiro da 25 metri di Totti che passa di poco a lato della porta difesa da Marchetti. Al 16’ la Lazio torna in vantaggio con un tocco sotto misura di Mauri che, su calcio di punizione da trequarti di Ledesma, si inserisce sorprendendo la difesa giallorossa e mettendo alle spalle di Lobont. La Roma va alla ricerca del secondo pareggio, rischiando di esporsi al contropiede laziale. Al 20’ Simplicio sbaglia servendo Hernanes che parte in contropiede e arriva davanti a Lobont, ma viene rimontato da Juan che abilmente gli sottrae il pallone da tergo permettendo al proprio portiere di rinviare. Al 25’ respinta con i pugni di Lobont su tiro di Gonzales. Alla mezz’ora esce Juan, infortunato, entra Bojan. Al 39’ Totti sfiora il pareggio con un colpo di testa su cross di Marquinho. Al 41’ Scaloni ferma fallosamente Bojan al limite dell’area di rigore e subisce la seconda ammonizione. Reja fa uscire Hernanes facendo entrare Djakite in difesa. Allo scadere Bojan viene agganciato da Biava, ma l’arbitro Bergonzi, fino a quel momento impeccabile, ammonisce il romanista per presunta simulazione e Totti per le conseguenti proteste. Finisce con il tripudio della curva nord laziale e il volto perplesso del presidente giallorosso Di Benedetto, come quello dei sostenitori della Roma. La Lazio consolida il terzo posto e stacca l’Udinese, fermata sul pareggio in casa dall’Atalanta. L’immagine della partita giocata al Friuli è nell’espressione di Guidolin, che si porta le mani sul viso quando al 93’ Di Natale calcia a botta sicura davanti alla porta bergamasca e Consigli si supera deviando il pallone oltre la traversa. Palla gol a parte, l’Atalanta affronta a viso aperto l’Udinese che non riesce a portare veri pericoli. Merito in buona parte dell’undici di Colantuono che impedisce ai friulani di affondare, confermando lo spessore e la solidità di squadra. Avanza in classifica il Napoli che espugna il campo di Parma con due episodi che suscitano le proteste degli emiliani. In vantaggio con Cavani, che ribatte in rete un rigore da lui stesso calciato e procurato, la squadra di Mazzarri subisce il pareggio al 32’ della ripresa con Zaccardo che interrompe a 546 minuti l’imbattibilità in campionato del portiere partenopeo De Sanctis. Il gol del successo all’86’ porta la firma di Lavezzi, in sospetta posizione di fuorigioco. Per il Napoli si tratta della quinta vittoria consecutiva tra campionato e Champions.
Nel posticipo serale